Fanese dell'Anno 2019, Carla Fiorini: "Ma ogni mamma è un'eroina"

Parla la Lady del Bianchello, in lizza per l'iniziativa

Carla Fiorini

Carla Fiorini

Fano, 8 maggio 2019 - Carla Fiorini, 46 anni, donna-moglie-madre-imprenditrice, dopo 15 anni trascorsi nella città della Fortuna si sente finalmente di passare dallo status di “apolide” a quello di “fanese”. Nata a Senigallia, infatti, ha studiato a Udine, ha vissuto a Pesaro ed ora le sue giornate si dividono tra Fano (dove cresce i tre figli assieme al marito Paolo) e Barchi dove ha sede l’azienda agricola Cantina Fiorini, premiata anche nel 2018 per la qualità dei suoi vini. Ed è anche grazie a questo riconoscimento che l’imprenditrice è una dei cinque candidati in lizza per il Fanese dell’Anno 2018 che sarà consegnato durante la serata conclusiva del Galà dei Commercianti in programma per il 13 maggio al Teatro della Fortuna. 

Di ritorno dal Vinitaly, la Fiorini è stanca ma molto soddisfatta. “Nella zona Marche - rivela - inizia a girare più gente rispetto agli anni passati. C’è più interesse per tutte le doc della regione”.

Il nostro Bianchello è cresciuto tantissimo negli ultimi anni, anche per merito suo.

“Questa strada l’hanno intrapresa mio padre e mia madre. Io ho raccolto un’eredità preziosa ed ho cercato di continuarla e migliorarla, attualizzarla e aggiornarla stando in questo mondo. Mio papà è stato quello che ha dato grande valore a questo vitigno: gli ha ridato dignità e ha aperto la strada a tante altre cantine che stanno lavorando bene”.

Che effetto le fa questa candidatura?

“Mi fa molto piacere e sono onorata. Anche se mi ha preso in contropiede, perché sebbene mi senta ormai parte di questa comunità, essendo fanese solo da 15 anni… non pensavo mai di venire indicata proprio io”

Tra l’altro unica donna...

“Forse anche per quello rientro nella rosa. Certe volte noi donne ci lamentiamo che non ci sono le pari opportunità. Altre volte però possiamo essere più privilegiate, come in questa: magari il fatto di essere donna mi ha giocato a favore e non contro”.

Le viene in mente qualche altra donna da suggerire per il prossimo anno?

“Ne conosco tante che meriterebbero. Alcune anche senza avere una professione che le porta alle luci della ribalta. Già il fatto di lavorare e avere una famiglia, secondo me, le rende delle eroine”.

Mamma-imprenditrice-moglie. Come si concilia il tempo per far tutto e farlo bene?

“Bisogna organizzarsi, delegare dove si può e cercare di mettere insieme le abilità degli altri ammettendo che sono più bravi di te in una cosa specifica. Non siamo tuttologi. E poi circondarsi di persone di fiducia. Io ho anche un grandissimo marito, di quelli moderni che mi aiuta tantissimo in tutto….una bravissima baby sitter, le amiche che mi fanno coraggio e una mamma che mi sostiene”

La sua soddisfazione più grande?

“E’ difficile dirlo. Ma quando guardo il risultato di quello che ho fatto nel mio piccolo, son soddisfatta. Ho una famiglia numerosa che non è una cosa comune, faccio un lavoro che è sempre stato maschile e nonostante tutto sono riuscita a mantenere il mio carattere senza snaturarmi”.

Un sogno non ancora realizzato?

“Se non hai sogni non puoi fare l’imprenditore perché ogni giorno arrivano batoste e devi avere uno stimolo che ti fa andare avanti. Arrivare con un vino come il Bianchello ad ottenere un riconoscimento nazionale non sarebbe male”.

Cosa ribolle ora nel suo tino?

“Abbiamo in programma di continuare la linea cominciata con Andy17, una trilogia di vini un po’ fuori dal nostro standard dedicati a tre artisti pop. Dopo Andy Warol il prossimo sarà dedicato a Keith Haring”.