Sfrattati dal nostro sogno, ecco l'incubo delle case a riscatto

Tensione tra le famiglie degli appartamenti finanziati con un contributo a fondo perduto della Regione Marche

Una delle palazzine di via XXIX strada

Una delle palazzine di via XXIX strada

Fano (Pesaro e Urbino) 21 marzo 2017 - Davide contro Golia, ovvero 34 famiglie contro il colosso della cooperativa Habitiamo che attualmente percepisce i canoni dei famosi appartamenti di Bellocchi ad “acquisizione a riscatto” (Rent to buy). Sono i vincitori del bando di housing sociale che ha visto nel 2008 sorgere diverse palazzine in via XXIX strada, con un contributo regionale a fondo perduto di circa 30mila euro ad appartamento. Soldi pubblici che sono andati nelle tasche di una cooperativa che attualmente risponde al nome di Habitiamo, ma che all'inizio si chiamava Villaggio dell'Amicizia e nel mezzo ha cambiato stato sociale almeno altre due volte. Doveva essere il paradiso delle giovani famiglie a reddito fisso, ma troppo basso per accedere ai mutui bancari. Si sta rivelando un incubo per chi otto anni fa ha fatto quell'investimento, versando negli anni decine di migliaia di euro che si stanno rivelando anch'essi a fondo perduto,come i soldi pubblici erogati a suo tempo. In una sola palazzina sono già due le famiglie che hanno deciso di recedere il contratto e andarsene senza poter riscattare quanto versato. Lo hanno fatto 'obtorto collo' tanto che ora è tutto in mano agli avvocati. Tanti altri sono invece rimasti in casa, andando però all'Agenzia delle Entrate di Pesaro a mostrare le ricevute dei loro pagamenti per quegli appartamenti: spese che negli anni sono aumentate senza un giustificativo, una rendicontazione, un bilancio messo nero su bianco. “Al mese versiamo quasi 600 euro d'affitto, più 150 euro di condominio alla Cooperativa, senza poter far riferimento ad un amministratore – denunciano diversi condomini -. Scriviamo alla Cooperativa per chiedere conti, spiegazioni ed interventi per problemi strutturali e nessuno ci risponde”. Per questo in tanti hanno deciso di smettere di pagare e sono andati a lamentarsi all'ufficio delle Entrate dove, pare, che la dipendente diventata parafulmine di queste lamentele abbia già provveduto ad inoltrare ai superiori una relazione dettagliata, temendo che queste palazzine di Bellocchi siano una polveriera pronta ad esplodere. L'altro giorno Giorgia Sperandini, 35enne commessa di Longhini, ha ricevuto dal presidente della coop sociale Habitiamo un sollecito di pagamento di 3670,10 euro da versare entro 10 giorni. In caso contrario partirà la procedura di sfratto come è già successo ad un'altra sua vicina, ragazza madre. “Ci stanno prendendo per la gola – denuncia la donna -: ogni giorno devi decidere se pagare le bollette o fare la spesa. Sono entrata in quest'appartamento da 77metri quadrati che pagavo 500 euro di canone di locazione e 109 di condominio. In sei anni mi ritrovo a doverne pagare 570 più 149. Il mio stipendio è di mille euro al mese... se mi fossi potuta permettere di spendere 700 euro al mese prendevo casa in centro. Mesi fa ho chiesto di poter rivedere l'affitto per un anno. Mi è stato risposo 'son problemi suoi, se non ce la fa a pagare vada via'. In tutti questi mesi ho pagato quello che ho potuto”. Ovvero 548 euro d'affitto e 121 di condominio. “Persino se prendi un mutuo in banca lo puoi ricontrattare – prosegue la Sperandini -. Questi invece sono senza pietà. E dire che per entrare in questa casa ho dovuto versare 1000 euro per associarmi alla cooperativa. Soldi che se vado via non rivedrò mai più così come i 17mila euro di anticipo sulla casa che avrei riscattato in 15 anni di canone agevolato, i 1030 euro per il ritiro della chiave, i 7500 per l'ampliamento del giardino... oltre a tutti gli interventi di varianti al capitolato”. Sarebbe dovuto costarle in tutto 191mila euro l'appartamento. Ad oggi ne ha spesi circa 70mila per una casa di cui non è ancora proprietaria e per la quale, in questi sei anni, tecnicamente, ha pagato solo un affitto. “Per la cooperativa via io e dentro un altro. E' questa la fregatura”.