Ciclovia, il Comune apre alla Regione

Fano accetta di collaborare con Ancona al progetto. Ma l’ex consigliere Minardi mantiene il punto

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Ciclovia del Metauro: il Comune accetta di collaborare con la Regione ma detta le sue condizioni. Mentre l’ex consigliere regionale Renato Claudio Minardi (Pd) ribadisce che "è un grande errore abbandonare il progetto lungo la ferrovia".

Dopo aver criticato la scelta "di modificare il progetto originario, ignorando il parere contrario dell’Amministrazione comunale e di tanti cittadini", il sindaco Massimo Seri "acconsente – così scrive all’ente regionale – a proseguire la progettazione che in diversi tratti trova corrispondenza nel piano degli itinerari ciclabili". Il primo cittadino stabilisce, però, alcune condizioni: rivedere l’inizio della ciclovia e la sua connessione con la ciclovia Adriatica e la Statale 16; ripensare alcuni tratti urbani "che sviluppandosi in aree agricole e lontano da quelle edificate perdono la loro funzione di connettere i quartieri e di intercettare ampie fasce della popolazione"; eliminare i tratti altamente pericolosi "come quello attorno alla rotatoria all’ingresso della superstrada o alla rotatoria del Codma"; effettuare al più presto la stima dei costi degli espropri di cui "il Comune – chiarisce Seri – non può farsi carico". In attesa dello studio di fattibilità di Rfi sul ripristino della ferrovia Fano-Urbino, sollecitato dalla sottosegretaria Rossella Accoto (dovrebbe essere pronto a metà ottobre), nel dibattito interviene Minardi per ribadire che "il progetto della ciclovia del Metauro, che aveva ottenuto l’autorizzazione di Rfi era stato elaborato affinché il percorso non interferisse con l’eventuale ma improbabile e, soprattutto non finanziata, riattivazione della ferrovia Fano-Urbino in chiave turistica. La ciclovia sarebbe un’infrastruttura leggera, sicura e lineare e dovrebbe essere una trasversale dell’importante ciclovia Adriatica per la cui realizzazione la Regione è capofila. Lungo il Metauro il tracciato era stato individuato e progettato a 1,5 metri dai binari della Fano-Urbino, chiusa ed abbandonata 34 anni fa: opera già finanziata con 4,5 milioni di euro e che l’attuale governo regionale rischia di perdere. Perché abbandonare un’opera che metterebbe in sicurezza tanti ciclisti che oggi sono costretti a viaggiare lungo la pericolosa Flaminia? Chi vuole riaprire la ferrovia ha visto che ci sono case realizzate a ridosso dei binari e che si dovrebbero ripristinare passaggi a livello, molti dei quali sono stati asfaltati, lungo strade ad alta intensità di traffico?".

Anna Marchetti