Fano, al cimitero dell’Ulivo salme introvabili. La protesta dei parenti

Regna il caos nel ’campo degli indecomposti’

La salita che costeggia il ’campo degli indecomposti’

La salita che costeggia il ’campo degli indecomposti’

Fano, 14 novembre 2019 - Tombe ’introvabili’ , nel campo degli «indecomposti», un prato che si stende ai margini del cimitero dell’Ulivo. Una salma è stata cercata dai parenti in lungo e in largo, lungo i sentieri fangosi, per buona parte della mattinata di qualche giorno fa, finché non è spuntata una targhetta impolverata, attaccata su una croce di legno, che segnalava dove erano stati sepolti i resti mortali traslati dal loculo qualche settimana prima. Impossibile, stando alle indicazioni ricevute dai familiari, individuare la sepoltura, tra foto e lapidi disseminate a terra, in parte coperte dal fango, in parte dall’erba. Ma forse un pizzico di fortuna e il caso hanno permesso infine di trovare la tomba. Si tratta solo dell’ultimo dei tanti casi segnalati, che hanno provocato rabbia e indignazione, soprattutto nelle giornate di cattivo tempo, quando diventa quasi impossibile raggiungere le sepolture, camminando nella fanghiglia e tra le sterpaglie. Il disordine, a detta dei visitatori, regnerebbe sovrano, con il rischio di confondere i nomi dei defunti.

Una situazione paradossale e imbarazzante caratterizzata dall’incuria, vissuta nell’estremo disagio dovuto all’assenza di vialetti lastricati, che obbligano a camminare nella terra. E, fatto ancora più sconcertante, calpestando le tombe, considerata la vicinanza tra le stesse. A questo si aggiunge la presenza di rettili durante l’estate e di animali selvatici d’inverno, che penetrano nel camposanto dalle campagne circostanti, attraverso un cancello sempre aperto, e gironzolano indisturbati tra le lapidi.

Il campo, come suggerisce il nome, è riservato ai resti mortali che non hanno raggiunto il consueto processo di mineralizzazione, che consente l’inumazione negli ossari. Una trasformazione che, nel caso di questo camposanto, non avverrebbe facilmente, nemmeno per le salme sepolte a terra. La causa, secondo gli agricoltori della zona, sarebbe da imputare al tipo di terreno «argilloso», che non favorirebbe la decomposizione nei tempi stabiliti per la consueta rotazione. Il risultato è che le tombe stanno per terminare, così come lo spazio del campo degli «indecomposti». La difficoltà a individuare le tombe riguarderebbe anche altre zone del vasto cimitero, che si sviluppa sul fianco della collina, ai piedi dell’impianto di cremazione. E’ assente, infatti, una pianta all’ingresso che indichi i vari padiglioni, permettendo un facile raggiungimento, specie per chi non frequenta abitualmente il luogo. La conseguenza è che si cercano i propri cari girovagando, tra un settore e l’altro, camminando lungo una ripida salita, che congiunge i due settori del cimitero. Le informazioni, in assenza di personale sul luogo, sono richieste ai frequentatori abituali. Che non sempre possono essere d’aiuto. E non è sempre facile orientarsi autonomamente, trattandosi di viali che nelle loro geometrie appaiono molto simili tra loro. Tuttavia, trovare la collocazione delle sepolture non è l’unico dei problemi lamentati dai visitatori, che hanno segnalato anche il ripetersi di furti. Si tratta di piccoli furti, ripetuti nel tempo, che hanno provocato grande amarezza per il valore affettivo di quanto sottratto, statuine e piccoli oggetti, destando nei visitatori il timore di lasciare sulle tombe qualsiasi altro oggetto. Molti, per evitare di finire nel mirino dei predoni, evitano anche di lasciare nelle vetture, posteggiate nel piazzale antistante, borse e altri effetti personali in vista. Una situazione che ha suscitato apprensione e senso di insicurezza, che poco si addice al luogo sacro, dove chi rimane in raccoglimento sulla tomba dei propri defunti teme di trovare al ritorno la propria vettura depredata, come avvenuto diverse volte in passato.