
Il professor Paolo Tosti mostra una delle opere rinvenute e che dovranno essere conservate
Il tempo e l’incuria stanno lentamente cancellando gli affreschi esoterici, con simboli e immagini, presenti sulle volte a crociera dell’ipogeo di palazzo Marcolini, che pare conducesse a una sala massonica mai ritrovata. Se ne torna a parlare dopo anni di silenzio e sottovalutazione a seguito della decisione dell’attuale amministrazione comunale di riaprire lo storico edificio seicentesco in maniera definitiva. Il secondo e il terzo piano, infatti, sono stati affidati con bando pubblico per sei anni alla Link University, per il corso magistrale di Medicina e Chirurgia, che pagherà al comune un canone annuo di 84mila euro. A carico dell’università privata i lavori di ristrutturazione, tra i 500 e i 700 mila euro. Il piano terra e il primo piano accoglieranno, almeno fino a giugno 2026, gli studenti del Nolfi in attesa che la Provincia completi la nuova scuola in costruzione al campus.
"Mi piacerebbe aprire i sotterranei al pubblico" ha dichiarato il sindaco Luca Serfilippi che ci ha accompagnato a visitare palazzo Marcolini insieme ad alcuni docenti e studiose dell’istituto Nolfi-Apolloni. Operazione non facile, quella di consentire l’accesso all’ipogeo a visitatori e turisti, visto lo stato di abbandono in cui si trova. Un camminamento a forma esagonale, che scende in profondità, in un percorso circolare che riporta nel punto di partenza e usato per lungo tempo come ‘deposito’ dell’istituto d’arte. La scuola, infatti, ha avuto sede a palazzo Marcolini per ben 135 anni, fino al suo trasferimento a San Lazzaro nel 2018.
Un percorso sotterraneo da affrontare con cautela in quanto si può trovare di tutto, dalle parti di un altare, all’antica lampada esterna dell’edificio, a reperti rinascimentali recuperati recentemente. "Sarebbe bello – dichiara il primo cittadino – riportare l’Apolloni (che nel 2010 è diventato liceo artistico), a palazzo Marcolini, non lo escludo nel medio e lungo termine". Certo non prima dei prossimi 6 anni. "Non è una decisione che si possa prendere velocemente – afferma Serfilippi – visto che la competenza è della Provincia: insieme faremo la scelta migliore".
In vista dei lavori che devono effettuare sia la Provincia sia la Link University i docenti dell’Apolloni, in particolare i professori Paolo Tosti e Paola Mancini sono impegnati a catalogare e a salvare il materiale della scuola: pitture, sculture, lavorazione di diversi materiali, che raccontano la storia dell’Apolloni, prima scuola d’arte nata in Italia, e sono fonte preziosa di notizie sulla vita della città. Così come lo studio dell’archivio storico cartaceo su cui sono impegnate Rossella e Romina Bevilacqua. Al momento è stata assegnata all’Apolloni, come deposito per il materiale da salvare, l’ex cappella dei conti Marcolini, che si trova al piano terra. "Beni che vanno assolutamente conservati e studiati – condivide Serfilippi – se possibile anche in spazi all’interno di palazzo Marcolini, edificio che non è nelle condizioni disastrose descritte dall’opposizione".
Effettivamente nel secondo e terzo piano, quello destinato alla Link University, ci sono ampie e luminose aule con l’impianto elettrico e antincendio già predisposti. Anche se i docenti che hanno insegnato a palazzo Marcolini ricordano che, prima del loro trasferimento, alcune di quelle aule erano state dichiarate inagibili. In ogni caso dovrà essere presentato un progetto di ristrutturazione, condiviso con la Soprintendenza, che prevede, tra le altre cose, la creazione di una nuova uscita su via Alessandrini, con l’ampliamento dell’attuale scalinata di emergenza. Gli studenti universitari e i liceali, infatti, dovranno avere accessi separati.