La Combattente Fano: alla bocciofila sventola bandiera bianca

La storica società fa i conti con i rincari: " Bollette quadruplicate. Così si chiude. Contributi? Zero" Lettera alla Vezzali

A sinistra Luciano Gasparellil, presidente dell’associazione polisportiva

A sinistra Luciano Gasparellil, presidente dell’associazione polisportiva

Fano, 21 settembre 20222 - "Così non possiamo andare avanti, ci toccherà chiudere. E i nostri campioni che fine faranno?" Anche nella città della Fortuna soffrono gli sport minori che si giocano in grossi impianti sportivi, in cui ora la cui gestione arranca dietro il caro energia. Per questo Luciano Gasparelli, presidente dell’associazione polisportiva socio culturale dilettantistica "La Combattente" (storica società di bocce fondata nel 1924), batte i pugni sul tavolo. "Le bollette sono quadruplicate – dice –. Ad agosto 2021 pagavamo 500 euro di energia elettrica, quest’anno ne abbiamo pagati 1.986. A luglio siamo passati da 300 a quasi 1.500 euro. Il gas per fortuna è ancora spento. Ma nei primi mesi del 2021 avevamo speso 12mila euro. Con l’andazzo di quest’anno ne devo spendere 30mila? Se lo Stato non ci aiuta qui dobbiamo chiudere".

Si sente abbandonato dalle istituzioni, il presidente Gasparelli. Per questo è arrabbiato con chi dovrebbe tutelarlo e invece al momento non fa nulla. Ha anche inviato una lettera accorata direttamente al sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali. "Io non vorrei fare polemica con la Federazione italiana bocce – aggiunge –, però deve essere la federazione a farsi capo dei problemi delle bocciofile italiane e andare a battere i pugni per ottenere quello che deve ottenere". Cioè contributi. "Per fortuna l’anno scorso avevamo fatto un intervento per il risparmio energetico - spiega - altrimenti sai che batoste? Abbiamo fatto la nuova illuminazione delle corsie di gioco, spendendo circa 8mila euro per sostituire le lampadine con i led a basso consumo. Poi abbiamo scoperto che il bonus del governo non copre gli interventi energetici sui campi (le piste misurano 600 metri l’una), ma solo negli spogliatoi che sono 30 metri. Che risparmio posso avere negli spogliatoi?".

Ma per Gasparelli questo non è l’unico bonus "assurdo" erogato alle piccole società sportive già provate dal Covid. "Nell’ultimo bando per un contributo a fondo perduto rivolto alle società dilettantistiche, abbiamo scoperto di avere tutti i requisiti per ottenere il contributo, tranne uno: secondo loro nei primi sei mesi dell’anno avrei dovuto spendere 10mila euro per pagare 4 allenatori professionisti. Ma che giro di cassa pensano possa avere una piccola società dilettantistica, considerando che un centro ricreativo si sostiene grazie al volontariato, il tesseramento dei soci, i magri utili di un bar aperto solo ai soci e le entrate nei campi da gioco (3/4 euro l’ora)?". Tutto questo ha scritto alla Vezzali, ricordando che alla Combattente, un impianto di circa 1500 metri, "si allenano i ragazzi disabili dell’Aispod dove abbiamo campioni italiani da oltre 5 anni" oltre ai "ragazzi delle categorie C e B". "Mancano appena due anni al nostro centenario. Contiamo circa 200 soci ed oltre a svolgere attività sportiva, svolgiamo anche un’attività sociale: siamo realtà che fanno da filtro alla violenza, alla solitudine, al degrado nei quartieri, alla mancanza di luoghi di ritrovo e di socialità e le nostre porte sono aperte a tutti, dai giovani agli anziani. E’ una vera ingiustizia".