Coronavirus, la vita stravolta dell'infermiera di Fano. "I 100 euro? Non li voglio"

Lettera-appello al premier Conte di Michela Venturi, che lavora a Senigallia: "La ringrazio, ma il mio lavoro vale molto di più"

Nel riquadro l'infermiera Michela Venturi

Nel riquadro l'infermiera Michela Venturi

Pesaro, 21 marzo 2020 - Cento euro in più al mese per rischiare la vita? Anche no. No, perché "il mio lavoro vale molto di più". Ma soprattutto no perché "basta una sola, minima distrazione e si rischia di infettarsi". La lettera-appello della 39enne infermiera dell’ospedale di Senigallia Michela Venturi, originaria di Fano, al premier Conte, affidata ai social, é subito virale per il modo struggente con cui si rivolge al premier, vivendo ogni giorno la prima linea.

Aggiornamento La risposta di Conte in Parlamento

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"La ringrazio, ma quei soldi non li voglio", il messaggio di sfogo al premier amplificato dalla rete. Una vita professionale stravolta dalla pandemia. "Durante i miei turni non bevo e non mangio perché ho paura che con un solo errore mi infetti e di conseguenza trasmetta il virus ad altri. Così ogni tanto ho un calo di zuccheri, ma non mollo". E "ho paura che solo spostandomi gli occhiali e la mascherina o togliendomi i guanti causa dolore insopportabile al viso e alle mani, possa contrarre il virus".