TIZIANA PETRELLI
Cronaca

Spunta un corpo nel bosco. "È il pizzaiolo scomparso che tutta Italia cercava"

Manca solo l’esame del Dna, ma sembra essere quello del fanese Maurizio Cesaroni il cadavere trovato da un cacciatore a Ca’ Staccolo. Era finito su ‘Chi l’ha visto’

La fotografia di Cesaroni, il pizzaiolo scomparso da giugno, mostrata durante la trasmissione 'Chi l’ha visto'

La fotografia di Cesaroni, il pizzaiolo scomparso da giugno, mostrata durante la trasmissione 'Chi l’ha visto'

Fano, 13 dicembre 2023 – Manca solo l’esame del Dna . Ma al momento, senza le analisi della medicina legale, tutto lascia ritenere che siano del pizzaiolo fanese scomparso il 25 giugno scorso le ossa umane ritrovate lunedì pomeriggio in un bosco ad Urbino. In primis perché sono di Maurizio Cesaroni i documenti trovati all’interno di un portafogli che giaceva poco lontano da quei resti umani, rinvenuti in località Ca’ Staccolo. Poi anche perché quel luogo boschivo, impervio e isolato, è in linea d’aria vicinissimo all’ospedale Santa Maria della Misericordia dal quale Maurizio Cesaroni si è allontanato il 25 giugno scorso a piedi, facendo poi perdere per sempre le sue tracce. Infine, perché anche gli abiti ritrovati dai carabinieri, sparsi nei diversi ettari di terreno perlustrati nel lunghissimo pomeriggio di lunedì, corrispondono a quelli descritti dai familiari, nella denuncia di scomparsa che il figlio di Cesaroni ha sporto all’Arma dei Carabinieri di Fano nel luglio scorso.

Non era ancora l’ora di pranzo, lunedì mattina, quando ai Carabinieri della Compagnia di Urbino è arrivata la telefonata di un anziano cacciatore che segnalava loro di aver ritrovato un teschio umano nel boschetto di Ca’ Staccolo. E così sono partite le ricerche dei militari che, dopo essersi recati nell’impervia zona boschiva alle spalle di Santa Maria della Misericordia, hanno accertato che quello rinvenuto dal cacciatore era effettivamente il teschio di una persona. Da quel momento, grazie anche al supporto di personale specializzato nei rilievi tecnico-scientifici del comando provinciale di Pesaro e alla collaborazione dei vigili del fuoco di Urbino, è stata effettuata una approfondita ispezione del bosco, che è durata fin dopo il tramonto, consentendo il rinvenimento di altre ossa riconducibili ad arti superiori e inferiori, uno scarponcino da trekking con all’interno ossa del piede, una maglia e un pantalone presumibilmente di colore scuro e un marsupio. Tutto talmente sporco, da rendere indefinibile il colore.

All’interno del marsupio, i Carabinieri al comando del capitano Crescenzo Maglione, hanno trovato un portafogli con i documenti di Cesaroni, volto ormai noto in tutta Italia, grazie alla trasmissione "Chi l’ha visto?" che dalla fine di settembre ha mantenuto accesi i riflettori sulla scomparsa del 68enne fanese, pizzaiolo in pensione, di cui bene o male tutti in città conoscevano la storia. Una storia di disagio economico e sociale che il Carlino aveva raccontato per la prima volta nell’estate del 2016, quando la casa dei Cesaroni fu ’mangiata’ dai debiti e dalle cartelle di Equitalia, costringendo Maurizio, la moglie Maria e uno dei due figli a dormire per 8 mesi nella loro Ford Mondeo station wagon, parcheggiata all’interno dell’ex Caserma Paolini.

Il buon cuore della città, allora, si mobilitò subito per aiutare quella famiglia, che era seguita già da anni dai Servizi Sociali del Comune di Fano. Poi non se ne seppe più nulla, fino alla fine di settembre quando tutti li rividero nel racconto della trasmissione di Federica Sciarelli. Nonostante non si avessero più notizie di Maurizio Cesaroni dal 25 giugno, però, le indagini dei Carabinieri di Fano sono partite solo un mese dopo, il 20 luglio, quando il figlio ha finalmente denunciato la scomparsa del padre. Nessuna segnalazione è mai arrivata né dalla "nota di ricerca" di polizia, tantomeno dalla messa in onda della seguitissima trasmissione tv a cui si erano rivolti la sorella Rosanna e il nipote Andrea, per lanciare un appello all’uomo: "Ritorna, ti ospito io" aveva detto la sorella mostrando alle telecamere l’appartamento di Carrara in cui abitava il fratello prima della scomparsa.