"Diamanti, maxi truffa": bancari nei guai

Proponevano l’acquisto dei preziosi, ma l’investimento era un flop. "Raggiro da 100 milioni, coinvolte 107 persone". Sotto accusa in 17

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Vendevano diamanti ai loro correntisti come investimento redditizio. In realtà era una trappola. La Banca Suasa con una filiale a Fano, ora assorbita da Banco Marchigiano (estraneo alla vicenda), proponeva i preziosi ad un costo superiore alla reale quotazione, e lo sapeva. Gli unici a ignorare tutto erano i clienti che compravano in buona fede. Ed erano tanti, 107 di Fano e dintorni, i quali hanno versato un totale di 2,5 milioni di euro. La Banca Suasa incassò provvigioni gonfiate per 300mila euro. Questo succedeva tra il 2014 e il 2015 e lo ha scoperto la Guardia di Finanza di Fano dopo lo scoppio dello scandalo dei diamanti nel 2019 grazie ad inchieste giornalistiche in tutta Italia. Venne alla luce un raggiro da quasi 100 milioni di euro messo in piedi dalla Diamond Private Investiment e dal suo patron Maurizio Sacchi, arrestato nel 2020 poi rimesso in libertà con sequestro di tutti i suoi beni.

Ora la procura di Pesaro, per il suo filone locale, ha chiesto il rinvio a giudizio di 16 bancari della Suasa e di Maurizio Sacchi della Diamond per truffa, corruzione tra privato e autoriciclaggio. Da quanto si è appreso, il Banco Marchigiano ha risarcito per un valore intorno superiore all’80 per cento del versato il 90% dei correntisti lasciando loro i diamanti nel caso li avessero chiesti.

Chi ha rifiutato invece accordi al ribasso continueranno la causa civile per riavere tutto quello che hanno versato alla vecchia banca oltre agli interessi e i danni. Intanto la procura di Pesaro ha chiesto al gip il sequestro delle provvigioni incassate dalla banca Suasa. Scrive la Compagnia di Fano della Guardia di Finanza:

"E’ stata scoperta – spiegano gli inquirenti – una truffa milionaria ai danni di numerosi risparmiatori da parte di una società (la Diamond ndr) che, attraverso il sistema bancario, ha promosso e venduto le pietre preziose a prezzi notevolmente superiori rispetto all’effettivo valore. L’inchiesta di Fano ha tratto origine dalla presentazione di diverse querele ad opera di clienti di un Istituto bancario (Banca Suasa ndr) che lamentavano di essere stati raggirati avendo acquistato, tramite la banca di cui erano correntisti, dei diamanti, sulla base di un prefigurato fruttuoso investimento, stante le ingannevoli prospettazioni di lauti guadagni, suggerite dal medesimo istituto bancario. Quest’ultimo, intermediario di una società di capitali operante nel settore della commercializzazione di pietre preziose, avrebbe stipulato con detta società un accordo illecito, inducendo in errore centinaia di risparmiatoriclienti, in cambio di consistenti provvigioni. La società venditrice, dal canto suo, oltre a collocare i diamanti da investimento, ne avrebbe falsificato le relative quotazioni, anche a mezzo di ingannevoli annunci, pubblicati sulle pagine economiche di un giornale a tiratura nazionale. La minuziosa attività di indagine – la conclusione – ha consentito di individuare oltre un centinaio di clienti truffati e quantificare sia l’importo complessivo corrisposto dalle vittime per l’acquisto dei diamanti, pari a circa 2.500.000 euro che le provvigioni incassate dall’Istituto di Credito, pari a circa 300.000 euro".