Disabilità, ora scoppia la guerra delle associazioni

Lettera di un gruppo di famiglie di ragazzi fragili: "Perché tanto rumore? Noi non abbiamo nemmeno una sede"

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Disabilità: è scontro tra genitori e associazioni. Dopo la polemiche politiche dei giorni scorsi suscitate dalla decisione dell’Ambito sociale 6 di chiedere all’Agfi (Associazione genitori e figli per l’inclusione), entro dicembre, la consegna della chiavi della sede di via Froncini dove si svolge il progetto ‘Hacca Risponde’ che impegna 10 ragazzi disabili, ora interviene un gruppo di genitori con figli disabili, appartenenti a varie associazioni.

"Vorremmo sapere – si chiedono – senza entrare nel merito della validità del progetto ‘Hacca Risponde’, perché l’Agfi abbia a disposizione tre sedi di proprietà comunale, a costo zero (la casetta degli scout, via Froncini e via Gasparoli), mentre nessuna delle altre associazioni sul territorio può disporre di una sede gratuita. Quanti sono i ragazzi di Fano iscritti a questa associazione e di quale gravità, tanto da giustificare tante risorse messe a loro disposizione? Facciamo presente che via Gasparoli è in centro, a due passi da via Froncini".

Poi l’augurio da parte di questi genitori "che nasca il Centro per le famiglie", come annunciato dall’assessore al Welfare Dimitri Tinti. "Centro famiglie – proseguono – che dovrà accogliere anche le altre associazioni, specie quelle che di sedi comunali non ne hanno nessuna e sono costrette a realizzare i propri progetti in locali dove sostengono tutte le spese (affitto e utenze comprese)".

"Ci dispiace l’uso improprio e strumentale delle parole: non si tratta di uno ‘sfratto’ (quello subito dall’Agfi, ndr) ma di un trasferimento verso locali in cui possono trovare spazio anche le famiglie che si riconoscono in altre associazioni. Ci sembra imbarazzante la pretesa di concentrare l’attenzione su una sola associazione e per un singolo progetto. Una pretesa assurda, se si pensa a quanti ragazzi fanesi con disabilità media o grave sono rimasti esclusi".

E ancora, i genitori: "E’ grave distinguere tra disabili di serie A (che possono godere dell’appoggio di alcune forze politiche) e disabili di serie B, che invece rimangono invisibili". Da questi genitori anche l’accusa "di squallida strumentalizzazione politica della riorganizzazione di un servizio, usato come pretesto di scontro tra partiti della maggioranza fanese. La politica rimanga fuori da certe questioni. Un centro per famiglie potrebbe essere un punto di partenza per lo scambio di idee, la progettazione condivisa e – concludono i genitori – la partecipazione della cittadinanza".

an. mar.