Don Gabriele Belacchi morto, tutta Fano lo ha amato

Aveva 92 anni, per oltre 50 parroco a San Lazzaro: tra le figure più alte della chiesa. Insegnante, promotore di sport

Don Gabriele Belacchi

Don Gabriele Belacchi

Fano (Pesaro e Urbino), 12 gennaio 2020 - È morto venerdì notte all’ospedale Santa Croce di Fano all’età di 92 anni don Gabriele Belacchi, una delle figure più alte e nobili della Chiesa fanese, un prete rispettoso e rispettato, dotato di una grande ricchezza interiore, che ha saputo coniugare la missione religiosa con l’impegno civile.

Don Gabriele è stato per oltre 50 anni parroco a San Lazzaro, nella chiesa della Gran Madre di Dio che nel 1956 ha visto costruire (ordinato sacerdote nel ‘50, vi era arrivato nel ‘55 e aveva lasciato per raggiunti limiti d’età nel 2008), testimone dello sviluppo edilizio, sociale, economico di uno dei quartieri storici e popolari della città, a cui ha contribuito con la sua opera spirituale, ma anche in campo culturale, associativo, sportivo e del tempo libero. Una figura, il "don" per eccellenza o "donga" come affettuosamente veniva chiamato, che non era conosciuta solo nella sua parrocchia, ma da mezza Fano per aver fondato la società sportiva Adriatica, prima nel calcio poi nella pallavolo, per essere stato spettatore dell’Alma allo stadio "Mancini", per aver insegnato religione all’Istituto tecnico commerciale "Battisti", per aver coltivato per decenni, fino all’ultimo, la passione per la montagna e le sue Alpi, trascinandovi centinaia di fanesi giovani e meno giovani, per aver rappresentato per mezzo secolo un punto di riferimento per migliaia di fanesi.

«Ho cercato di portare l’annuncio evangelico fondandolo sui valori umani della lealtà, della correttezza, dell’apertura mentale", disse il 28 settembre 2008 ai suoi parrocchiani nel giorno del suo addio. Perché don Gabriele ha svolto il suo mandato sempre con garbo, con discrezione, senza mai alzare i toni, con quella umiltà e disponibilità che appartengono alle persone grandi.

«Con lui abbiamo perso non solo un bravo sacerdote ma una persona dalle grandi doti umane e morali, – ha detto il sindaco Massimo Seri - Don Gabriele era conosciuto e stimato in tutta la città perché la gente ne apprezzava la disponibilità e la capacità di saper comprendere anche le problematiche più attuali". Pastore di anime e di cuori, anche quando esercitava la sua influenza con una sottile ironia, perfino in modo scanzonato, sdrammatizzando quando era necessario, esigente quando c’era poco da scherzare. Il giornalista fanese Nestore Morosini, del Corriere della Sera, da Milano ricorda le cene fatte negli ultimi anni con lui: "Mentre le mogli rigovernavano il desco, don Gabriele annunciava: ‘ades gin a dì le preghier’. Il che significava la briscola tressette in cui lui era maestro, non perdeva quasi mai. Ma con il Don, come l’ho sempre chiamato, ho rivissuto la mia infanzia e la mia gioventù a Fano, ho rivisto in fotografia gente di cui non avevo più ricordo, ho parlato con lui della vita e della morte".

Il regista Leandro Castellani, altro fanese "doc", invece rivanga nel passato: "Ho un indelebile rordo del giovane don Gabriele, viceparroco del mitico don Checco a San Marco e sostenitore e cripto-organizzatore delle ‘famose’ riviste carnevalesche, allestite per qualche anno nel teatrino della parrocchia, che mi videro attore e regista accanto all’amico Luciano Anselmi. Esistono ancora preti di quella caratura?".

Da quando, per raggiunti limiti di età, aveva lasciato la parrocchia don Gabriele è stato cappellano al monastero delle Carmelitane Scalze a Sant’Andrea in Villis. Le esequie saranno celebrate domani, alle ore 15, nella chiesa della Gran Madre di Dio dove la salma sarà esposta fin dalle 9,00 per chi vorrà dare un ultimo saluto al "grande Don".