Nuovo Dpcm, ore 18 Fano è vuota

Il centro storico si spegne, qualche passante resiste ma per poco. Viaggio nella città trasformata dalle regole, tra rabbia e rassegnazione

Ore 18, città vuote

Ore 18, città vuote

Fano, 29 ottobre 2020 - Sono appena passate le 18 di mercoledì pomeriggio. Il Caffè Centrale ha le porte chiuse e nei déhors non c’è più nessuno. Al Pino Bar le serrande sono abbassate, si approfitta per fare le pulizie. Identico scenario in piazza Costa e via Cavour. Al Bar Mary, in piazza Costa, tirano giù la serranda, la Vinoteca, invece, che apriva il locale proprio alle 18, da ieri ha cambiato i suoi orari. «Abbiamo deciso – spiega la titolare Antonella Zappadonna – di aprire dalle 10 alle 14.30 e poi dalle 16 alle 18. Dopo quest’orario facciamo solo take away e consegna a domicilio fino alle 22 con prenotazione entro le 17. Come andrà? Non lo sappiamo: ieri, giornata di mercato, un po’ di movimento c’è stato. D’altra parte cosa dovremmo fare? Non possiamo stare a casa ad aspettare i fondi del governo con i quali non si mantiene una famiglia». 

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Puntuale come un orologio Filippo Bacchiocchi alle 18 chiude la porta del Caffè Aurora e commenta: «Con queste nuove disposizioni sfuma l’ora dell’aperitivo e, comunque, dà molto fastidio invitare i clienti ad alzarsi e ad andarsene». Al Caffè del Corso è rimasto solo il titolare Mauro Cortese che «non comprende perché sia stata decisa la chiusura alle 18 di bar, pasticcerie e sale da tè. Quest’estate avevamo appena alzato la testa e adesso ce la spingono giù di nuovo». Buie le vetrine del Bardàn: la titolare Maria Flora Giammarioli ha deciso di tenere chiuso il locale dal lunedì al venerdì e di aprire sabato e domenica dalle 8 alle 18.

«Purtroppo – commenta – stiamo vivendo un tempo sospeso, credo che questo sia il momento del rispetto delle regole, quando l’emergenza sanitaria sarà superata avremo modo di esprimerci attraverso il voto». Dalle 18 take away e delivery anche al ristorante Il Cuciniere dove il titolare Massimo Dionigi è veramente furioso «perché ci fanno chiudere nonostante sia stato fatto tutto quello che ci è avevano chiesto, ed anche di più. Gli assembramenti nel mio ristorante non ci sono mai stati, io ho scaglionato anche gli ingressi e ho investito nei pannelli di plexiglass per ogni tavolo. Aggiungo che per quanto riguarda la sanificazione, in Italia si fa da vent’anni. Mi chiedo: cosa sarebbe cambiato se ci avessero fatto chiudere alle 23 o alle 24? Faccio presente che la chiusura delle attività alle 18 non penalizza solo baristi, cuochi e baristi, ma anche fornitori, camionisti agenti di commercio e produttori delle eccellenze».  Mentre le serrande si abbassano, le persone continuano a passeggiare per le vie del centro, anche se sembrano sempre di meno. Ed è proprio la sicurezza in centro storico l’aspetto che più preoccupa Fausto Baldarelli della Cna: «Abbiamo chiesto al sindaco Seri e all’assessore Cucchiarini maggiore sorveglianza». Mentre Tiziano Pettinelli della Confesercenti si rivolge ad Acquaroli: «Se il governo non cambia rotta, intervenga almeno la Regione».