Droga Fano, stretta sui locali. Sei arresti, noto barista nei guai

Vasta operazione dei carabinieri in tutta la provincia, undici denunce

Fano, la droga sequestrata

Fano, la droga sequestrata

Fano (Pesaro e Urbino), 11 luglio 2019 - I carabinieri hanno trovato, sopra l’armadio della sua camera da letto, circa un chilo di marijuana, divisa in due buste. Per questo lo hanno arrestato per il reato di «detenzione ai fini di spaccio». Ma L.R.J, un 26enne fanese incensurato di origini colombiane che gestisce col fratello un noto bar a Centinarola, al giudice che l’altra mattina l’ha processato per direttissima ha dichiarato: «L’ho presa da un mio amico che se l’era procurata on line. Mi ha detto che era legale. L’ho pagata 200 euro e mi serve come medicina per mio padre che è molto malato. Non pensavo di fare nulla di male». Una dichiarazione spontanea che però non ha convinto il gip Paolo De Luca, tanto da fargli convalidare l’arresto disponendo anche la misura cautelare della detenzione domiciliare del giovane, con divieto di comunicare all’esterno.

Ieri mattina, il comandante provinciale dei Carabinieri Luciano Ricciardi, ha illustrato assieme ai suoi uomini l’ampia operazione avviata nel novembre di due anni fa, nella quale si inserisce questo arresto ma anche quello di M.T, un forsempronese trovato in possesso di diverse dosi di cocaina e marijuana destinate a un gruppo di ragazzini, il più giovane di 14 e il più grande di 17 anni. Le indagini che hanno condotto al bar di Centinarola sono infatti la prosecuzione dell’operazione ‘Pitbull’ che a maggio del 2018 aveva portato all’arresto, per un grave episodio di estorsione nei confronti di un piccolo spacciatore di coca insolvente, L.L 28enne fanese e M.B 30enne di Lucrezia rivelando allo stesso tempo un vasto traffico di cocaina al minuto nel comune di Fano, gestito dai fratelli gemelli M. e N. R. di Carpegna.

Dopo aver scontato la loro pena (6 mesi l’uno e un anno l’altro) L.L e M.B, ora – secondo gli inquirenti – erano tornati a spacciare droga in diversi locali fanesi. Per questo alle prime luci dell’alba di martedì, 40 carabinieri della compagnia di Fano, coadiuvati da 2 cani antidroga (Anita e Yago), hanno dato esecuzione a 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere disposte dal gip del tribunale di Pesaro Giacomo Gasparini e a 9 decreti di perquisizione emessi dal sostituto procuratore Maria Letizia Fucci. Sono così tornati in manette L.L. oggi 29enne, considerato il leader (da cui il nome «Prius» di questo troncone dell’operazione, che ha visto operare in sinergia i carabinieri di Fano, Fossombrone, Colli al Metauro e le due Procure di Pesaro e Urbino), la sua compagna coetanea S.G di Fano che si era prestata prima a recuperare i crediti del fidanzato e poi a consegnare la cocaina mentre lui era ai domiciliari, e i sodali M.B (oggi 31enne) ed L.M 23enne di Fossombrone, anche lui già noto alle cronache giudiziarie. Altri 11 piccoli spacciatori che si rifornivano da loro, sparsi in vari comuni da Pesaro a Carpegna, sono stati denunciati in stato di libertà mentre altri 35 sono stati segnalati alla Prefettura quali assuntori.

Un piccolo bazar della droga, è stato poi recuperato: 350 grammi di cocaina, 1 chilo di marijuana, 100 grammi di hashish e 47 pastiglie di extasy oltre a 4975 euro in contanti ritenuti provento dell’attività di spaccio. «E’ stata un’operazione importante – ha sottolineato il colonnello Ricciardi, affiancato dai luogotenente Barrasso e Pannaccio, rispettivamente comandanti delle stazioni di Fano e Colli al Metauro; il capitano Grella comandante del Norm e il maggiore Falcucci a capo del comando di Fano –. Da oltre due mesi con le direttive del ministro Salvini recepite dal Comitato dell’Ordine Pubblico e dal prefetto di Pesaro, siamo impegnati in un’ampia campagna antidroga». Intanto il processo al titolare del Bar di Centinarola è stato aggiornato a lunedì. L’avvocato chiederà un accertamento tossicologico, per misurare il livello di Thc della marijuana trovata in casa del suo assistito. E continuano le indagini dei carabinieri in altri locali della città, ritenuti potenzialmente luoghi di smercio e spaccio.