Duomo Gpa, preoccupazione dopo il sequestro

L'inchiesta, ora rischiano i 20 dipendenti

Militari della guardia di finanza  (foto di repertorio)

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

Fano, 10 luglio 2017 - Torna d’attualità la questione Duomo Gpa dopo le perquisizioni della Finanza, anche su Fano, avvenute nel mese di aprile e anticipate dal Carlino. Con la relativa sospensione della società di riscossione dall’albo delle società accreditate dal Ministero. Torna d’attualità per ché la Procura di Milano, titolare dell’inchiesta, ha sequestrato beni per 8 milioni di euro. Nel registrato degli indagati, tra gli altri, anche Federico Diego Cassani, più volte in città anche in tempi recenti per parlare con l’amministrazione comunale e il sindaco Massimo Seri. L’accusa ipotizzata è questa: «Duomo Gpa incassava e non versava le tasse dei contribuenti».

Una brutta vicenda anche se in ambito provinciale nessuno dei comuni collegati alla Duomo Gpa (Fano, Pesaro, e diverse amministrazioni della vallata del Metauro), pare abbiano lamentato perdite. Il tutto prima di arrivare all’inversione dei flussi di denaro e la relativa messa in sicurezza: ad incassare ora sono i Comuni che poi pagano l’aggio alla società di riscossione. Se per Fano il problema non sono le eventuali perdite, la vicenda ha ugualmente forti ripercussioni, perché la società milanese ha una base operativa in città con circa venti dipendenti che sono ancora in arretrato di due stipendi.

Per monitorare questo aspetto Aset Entrate, che è partecipata da Duomo Gpa, ha messo in calendario un incontro con i sindacati per lunedì 17: «Assieme al Comune, presente il sindaco, abbiamo organizzato un incontro con i rappresentanti sindacali con l’intento di dare risposte alle esigenze dei lavoratori impiegati nella sede fanese», ha detto Paolo Reginelli presidente di Aset spa. Un incontro rinviato nel tempo benché i sindacati l’abbiamo richiesto la scorsa settimana. Questo perché il quadro è nebuloso. Stando alle informazioni del Comune, Duomo Gpa starebbe tentando di far scivolare la società all’interno di un’altro gruppo del settore. Se riesce questa operazione i servizi di riscossione potrebbero avere continuità operativa e quindi le amministrazioni non dovrebbero subire contraccolpi. Ma se questa operazione non dovesse andare in porto, il sistema delle riscossioni potrebbe anche avere momenti di difficoltà: l’amministrazione dovrebbe infatti trovare una società ponte per mandare avanti il servizio. In attesa di decidere se riaffidare all’esterno la riscossione tributi o affidarla direttamente ad Aset. Una decisione che non è neutra rispetto ai venti posti di lavoro attuali perché se il Comune si prende in carico la riscossione, le assunzioni debbono avvenire, per legge, attraverso un concorso pubblico.