"Ero il più economico Ho raddoppiato anch’io"

Guerra e siccità spingono in su le quotazioni. "Fagiolini arrivati a 6 euro. E molti ortaggi sono scomparsi"

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di Tiziana Petrelli

Il caro-prezzi dell’energia entra nelle piccole imprese agricole del territorio, riversandosi sui banconi del mercato fanese. Un quadro complicato dalla guerra, che ha contribuito ad esempio a far balzare del 77% il costo dell’urea per fertilizzare i campi; e ovviamente dalla siccità. Dietro un qualsiasi banco del mercato l’effetto domino dei costi si fa sentire. "I prezzi sono aumentati tutti - dice Ivan Belletti del Banco Ricci Frutta (in foto) - e alcuni articoli al momento non si trovano neanche, tipo i fagioli borlotti, perché con siccità e calura si sono rovinati. E dalla prossima settimana sicuramente soffriranno anche i fagiolini, bisognerà importarli dalla Germania. Da qui in avanti i prezzi continueranno ad aumentare, perché in campagna i rincari ci sono stati e sono stati forti su tutto. A settembre vedrete".

Mentre parla la gente si ferma a comprare albicocche e ciliegie del Trentino a 3 euro al chilo. Accanto a lui Giorgio Bertuccioli, uno dei decani degli ambulanti con i suoi quasi 50 anni in piazza delle erbe, l’impennata dei prezzi la spiega così: "I prodotti di prima scelta, belli e sani, sono tutti più cari - afferma -. Gli altri, più o meno, hanno mantenuto i prezzi. Ma ti porti a casa quello che trovi. Il problema degli aumenti però non è legato solo alla siccità ma soprattutto ai trasporti. L’anno scorso per il pieno del mio furgone spendevo 80 euro, adesso quasi 200. In questo modo gestire un banco al mercato è diventata un’impresa impossibile, con tre dipendenti poi non ci sto proprio più dentro. Tutto costa di più e la gente ha sempre meno soldi da spendere". Al mercato di Fano la frutta e la verdura di stagione partono da 1.50 a 3.50 euro. Per Francesco Borgogelli "il caro carburante e siccità hanno fatto aumentare tutto - dice elencando i grandi assenti di stagione -. Non si trovano fagiolini, zucchine, cetrioli: roba che tutti i giorni ha bisogno di essere innaffiata. I fagioli borlotti sono i più ricercati ora. In questo momento conviene comprare cocomero (da 1 euro il più buono a scendere), il melone (1,50) e le pesche. Tutta roba nostrana con i prezzi che sono rimasti quelli dell’anno scorso".

Più che la frutta, a risentire dei rincari, sono gli ortaggi. Lo conferma Andrea Donini. "I cetrioli sono aumentati tantissimo, partiamo dai 3 euro (l’anno scorso erano 2) ai 4.50, le zucchine sono stabili a 2.50 da un mese. I fagiolini? Per un buon prodotto raccolto a mano siamo sui 6 euro, c’è qualcosa anche raccolto a macchina che costa un euro in meno, ma è un prodotto di molto inferiore. Le pesche hanno sofferto molto, a differenza degli altri anni ci sono molti calibri piccoli in giro, fatichiamo a trovare quelle grosse".