Fano, maxi sequestro per evasione fiscale

Sigillati 15 milioni di euro in contanti e beni a un commerciante d’abbigliamento fanese. Operazione internazionale

La Guardia di Finanza al lavoro

La Guardia di Finanza al lavoro

Fano, 21 giugno 2018 - Aveva una disponibilità in contanti di dodici milioni di euro. Li teneva in banca, soprattutto a San Marino ma anche in Italia nei conti di prestanomi. Poi una villa sopra a Rosciano di Fano, due capannoni in via Einaudi nella zona industriale e qualche quota azionaria.

Tutto questo è stato sigillato qualche giorno fa dalla Guardia di Finanza di Fano, su ordine della magistratura di Pesaro, ad un commerciante di abbigliamento all’ingrosso, sessantenne, fanese, conosciutissimo.

La magistratura lo accusa di aver evaso 15 milioni di euro, mettendo in campo almeno 100 operazioni per nascondersi al Fisco. Risponde insieme ad altri due complici di associazione a delinquere aggravata dall’evasione fiscale transnazionale.

Le fiamme gialle hanno ricostruito in 55 milioni di euro l’ammontare dell’imponibile nascosto al Fisco grazie ad una fitta rete di scatole cinesi, ossia di 12 società con sede in Lituania e Lettonia ma anche a Malta e Dubai che permettevano di acquistare la merce senza pagare l’Iva facendo figurare in Italia il semplice stoccaggio, ossia una specie di passaggio della merce, partita dall’estero e diretta all’estero.

Un’alchimia di numeri e di girotondi di carta che solo una mente altamente specializzata in questo poteva escogitare. E infatti il principale complice è il commercialista, che lavorava esclusivamente per il commerciante fanese.

Per stabilire che fosse davvero lui a gestire tutte le società, apparentemente amministrate da altri, la Guardia di Finanza di Fano, ha fatto pedinamenti, lavorato con le camere di commercio di mezzo mondo.

E’ fittizia anche la residenza dell’uomo risultante in un appartamentino di Senigallia. I finanzieri hanno scoperto anche un’altra casa, a Marotta, intestata ad un prestanome dove viveva il commercialista di fiducia. In una stanza, è stata ritrovata tutta la documentazioni in «nero».

Da lì l’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Monica Garulli, è decollata. Coinvolte 12 società (5 estere) undici le persone denunciate per un’evasione complessiva di otto milioni di euro. E non è finita.