di Anna Marchetti
La nuova scuola in costruzione al Campus sarà pronta per l’anno scolastico 2026-2027: i lavori sono già partiti e l’ex Carducci è stato demolito, mentre l’edificio del Nolfi continuerà ad essere utilizzato fino alla fine dell’anno. E’ invece già polemica, da parte de La Lupus in Fabula, "sull’abbattimento di 40 piante". Ma andiamo con ordine.
Per una migliore organizzazione, la dirigenza scolastica dell’istituto Nolfi ha deciso che 10 classi si trasferiranno già dall’inizio dell’anno scolastico all’ ex seminario regionale. Le altre 12 rimarranno al Nolfi fino al Natale e da gennaio 2025 riprenderanno l’attività didattica nei moduli prefabbricati da installare nel giardino del liceo Apolloni, a San Lazzaro. Dalla Provincia hanno cercato di rassicurare, dirigenza scolastica e famiglie, sull’elevato standard dei prefabbricati, tutti antisismici. Criterio, quest’ultimo, che "non si riscontra – fa notare il dirigente scolastico Samuele Giombi – nel 90% delle scuole italiane. In ogni caso siamo in attesa di conoscerne le specifiche tecniche e per vedere il progetto prima dell’effettiva installazione. Per il momento siamo riusciti ad evitare lo spettro della Dad (didattica a distanza) e dei doppi turni".
Preoccupazione anche sulla fine del cantiere. "I lavori sono già partiti – ricorda il preside Giombi – e i fondi Pnrr dovrebbero garantire il rispetto del cronoprogramma visto che in caso contrario c’è il rischio della revoca delle risorse". I lavori non riguardano solo l’ex Carducci, dichiarato inagibile nel 2019 per problemi strutturali, ora abbattuto, ma anche il Nolfi che sarà demolito e ricostruito con un finanziamento regionale.
Mentre il cantiere procede speditamente, a creare polemiche è "l’abbattimento – denuncia l’associazione La Lupus in Fabula – di 25 alberi del parco dell’ex Carducci: cipressi, lecci, pini. Se a questi si aggiungono gli altri 15 alberi, disposti in filare, che saranno tagliati per allargare l’adiacente campo da rugby e realizzare la nuova tribuna, ci sarà una bella perdita. Ma si sa gli alberi non votano. Votano gli automobilisti, i ciclisti, i commercianti, i genitori, ma gli alberi no. E non riescono nemmeno a protestare e a fuggire, aspettano silenziosi la loro fine. Una morte che in molti casi potrebbe essere evitata se ci fosse una preparazione migliore tra i tecnici e una sensibilità diversa negli amministratori. Mentre le aule di una scuola possono essere costruite in pochi anni, ci vorranno almeno 40-50 anni per riavere gli alberi della dimensione di quelli abbattuti (ammesso che saranno ripiantati), sempre che sopravvivano all’assenza di piogge, al caldo estremo, alle potature sbagliate, ai parassiti, ai danni che inevitabilmente subiranno".
Per il preside Giombi si tratta di "abbattimenti regolari e strettamente necessari allo svolgimento dei lavori. Mi auguro che si proceda quanto prima a una nuova piantumazione in sostituzione".