Fano Grosseto, galleria della Guinza agli atti finali

Giovedì si sperava nell’ok del Consiglio superiore, che ha preso tempo

FOTO SBIADITE DAL TEMPO Siamo nell’anno 2000, davati al traforo della Guinza a Mercatello sul Metauro: e il tutto, negli anni, rimarrà più  o meno così

FOTO SBIADITE DAL TEMPO Siamo nell’anno 2000, davati al traforo della Guinza a Mercatello sul Metauro: e il tutto, negli anni, rimarrà più o meno così

Fano (Pesaro e Urbino), 29 ottobre 2018 - Sono giorni caldi per la galleria della Guinza, il tratto più critico della Fano-Grosseto. Entro un mese sapremo se l’opera è destinata ad essere conclusa o a trascinarsi nello stato attuale ancora per molti anni. I giorni caldi sono iniziati giovedì scorso, quando il progetto definitivo elaborato da Anas è stato discusso nel Consiglio superiore dei lavori pubblici, l’organo tecnico-consultivo dello Stato che ha il potere di approvare o bocciare il progetto e quindi di decretarne la sua realizzazione o il suo affossamento.

Per quel giorno era atteso il parere del Consiglio, che invece si è preso un mesetto di tempo per pensarci e, soprattutto, per valutare se c’è la possibilità di applicare delle migliorie alle criticità che sono emerse sul piano della sicurezza: «Il primo progetto dell’opera risale al 1988 – ricorda il consigliere regionale Andrea Biancani – e, all’epoca, si pensava di realizzare due gallerie, ciascuna con un senso di marcia. Poi, il progetto è stato ridimensionato e ora prevede una sola galleria. L’elaborato presentato da Anas lascia aperte due possibilità: che quell’unica galleria abbia il doppio senso di marcia o il senso unico alternato. Il consiglio superiore ha valutato che entrambe le possibilità presentano delle criticità per quanto riguarda la sicurezza».

Per questo motivo, il progetto della galleria della Guinza ha rischiato di essere bocciato senza tanti fronzoli nel Consiglio superiore di giovedì. «I tre progetti riguardanti altre infrastrutture in Italia che il Consiglio ha discusso prima del nostro – riferisce Biancani – sono stati bocciati all’istante. Ma noi, che a quel punto avevamo capito di essere a rischio, abbiamo battagliato e siamo riusciti a fare comprendere che per le Marche terminare la Fano-Grosseto è fondamentale».

Quel «noi» pronunciato da Biancani si riferisce alla delegazione marchigiana andata giovedì a Roma proprio per partecipare al Consiglio superiore. Oltre a Biancani, c’erano il presidente della Regione Luca Ceriscioli, la sua vice Anna Casini, il dirigente Nardo Goffi, il presidente della Provincia Daniele Tagliolini e il sindaco di Mercatello sul Metauro Fernanda Sacchi. Insieme a loro, anche una delegazione umbra costituita dall’assessore regionale alla Viabilità e dal sindaco di San Giustino. «Al contrario delle altre opere in discussione nel Consiglio superiore – sottolinea Biancani –, il nostro progetto non è stato bocciato. Non solo. Abbiamo ottenuto anche un accordo, ossia che se il Consiglio alla fine deciderà di non accogliere il progetto che Anas gli ha presentato, non rilascerà un “no” totale e definitivo ma ci presenterà un percorso da seguire. In pratica, anziché bocciare l’elaborato, suggerirà le modifiche da apportare per ottenere il successivo via libera all’opera, che è già finanziata. In questo mesetto di tempo che si è preso il Consiglio per pensarci (il parere sarà emesso nel prossimo incontro, che sarà convocato per l’appunto fra un mesetto, ndr), Anas incontrerà altri tecnici ministeriali in modo da sollecitare una soluzione percorribile». Nel frattempo, il presidente Ceriscioli ha anche scritto al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli per chiedergli un incontro in cui chiarire la posizione del governo rispetto all’opera.

Se e quando il consiglio superiore darà il suo benestare al progetto definitivo, prima di avviare il cantiere occorrerà elaborare l’esecutivo e andare in gara per l’assegnazione dei lavori. «Ma non ci saranno altri pareri tecnici da chiedere. Quello del Consiglio superiore è l’ultimo, ed è la prima volta che la galleria della Guinza arriva a questo importante passaggio, da quando si è iniziato a parlarne ben 30 anni fa», evidenzia Biancani.