ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Freno della bici conficcato nella coscia. Ma il risarcimento è mini

La disavventura di un ciclista travolto sulle strisce "Attraversò senza scendere, la colpa è anche un po’ sua". .

La disavventura di un ciclista travolto sulle strisce "Attraversò senza scendere, la colpa è anche un po’ sua". .

La disavventura di un ciclista travolto sulle strisce "Attraversò senza scendere, la colpa è anche un po’ sua". .

Attraversò le strisce pedonali senza scendere dalla bici e venne travolto da uno scooter. Nell’urto leva del freno gli si conficcò nella gamba sinistra e fu necessario l’intervento del 118 e dei vigili del fuoco per estrarla. Ora il tribunale civile gli riconosce un risarcimento ma, secondo il giudice, il fatto di non essere sceso dalla bici per attraversare le strisce lo rende in parte responsabile dell’accaduto. L’incidente risale all’8 giugno di 4 anni fa quando un 63enne di Pesaro entrò in violenta collisione con uno scooter condotto da una 62enne di Fano.

Era circa mezzogiorno e l’uomo stava percorrendo, in sella alla propria bicicletta, la pista ciclopedonale in via della Giustizia, verso Fano. Arrivato all’intersezione con via Paleotta, di fronte al cimitero, mentre attraversava sulle strisce pedonali, venne stato investito dallo scooter, cadendo rovinosamente a terra. Il ferro del manubrio gli squarciò una gamba, conficcandosi nella carne viva. A fronte della richiesta risarcitoria formulata in via stragiudiziale da parte del ciclista, la compagnia assicurativa aveva provveduto al versamento di 4.500 euro ma il 63enne, ritenendo la somma troppo esigua, ha scelto di fare causa sostenendo la condotta imprudente della conducente dello scooter.

Secondo il giudice, però, il fatto di non essere sceso dalla bici per attraversare le strisce pedonali non consente di poterlo considerare un pedone, "avrebbe comunque dovuto arrestare la marcia e adottare le relative cautele – si legge nella sentenza -, prestando attenzione ad eventuali veicoli che sopraggiungevano o già circolanti sulla sede stradale. La velocità a bordo della bicicletta, per quanto contenuta, è infatti sicuramente maggiore di quella tenuta a piedi e quindi comporta un tempo minore di avvistamento di eventuali veicoli sopraggiungenti".

Anche la conducente dello scooter, però, non è esente da colpe. "Deve riconoscersi un concorso di responsabilità in capo alla conducente dello scooter – prosegue la sentenza -, se avesse usato la dovuta attenzione e maggiore prudenza nell’impegnare l’attraversamento, avrebbe potuto rallentare o arrestare del tutto la propria marcia in corrispondenza delle strisce pedonali". E quindi il giudice ha riconosciuto un risarcimento al ciclista di 2.257,30 oltre al pagamento prima della causa di 4.500 euro.

Antonella Marchionni