Pergola, dissotterra l’eredità e la ruba. Condannato

Tre anni e due mesi a un 67enne: si era appropriato dei 30mila euro che un amico aveva nascosto nel giardino dietro casa

Per fare lo sbancamento, l’uomo aveva usato una ruspa (foto di repertorio)

Per fare lo sbancamento, l’uomo aveva usato una ruspa (foto di repertorio)

Pergola (Pesaro), 29 ottobre 2019 - Aveva messo 30mila euro in due barattoli di vetro e sotterrati nel giardino dietro casa. A fare come Pinocchio con le monete d’oro al campo dei miracoli era stato un anziano di San Lorenzo in Campo, Giuseppe Caracalla.

Il quale si sentiva forse più sicuro con i soldi in una buca che in una banca. Oltre a fidarsi dell’amico e vicino di casa che aveva messo al corrente di quel nascondiglio e del suo contenuto. Ma poco tempo dopo, il suo confidente, un 67enne originario di Pergola, Franco Serallegri, autista di pullmini, sarebbe entrato con una piccola ruspa nel giardino di Caracalla e avrebbe riportato alla luce quel tesoretto.

Ma solo per poco tempo. Il giorno dopo, l’intera somma finisce di nuovo al buio, ma stavolta sul conto corrente intestato a Serallegri. Un travaso, dalla terra alla banca, che non era sfuggito all’occhio vigile della badante dell’anziano, una moldava di 60 anni, che aveva notato quello sbancamento nel giardino.

Così era corsa a rivelare tutto a Caracalla. E anche alle forze dell’ordine. Da quella denuncia, Serallegri era finito a processo con le accuse di furto, minacce e appropriazione indebita. Furto e appropriazione indebita aggravate dall’abuso di relazioni domestiche. Ieri si è chiuso il primo grado di giudizio con la condanna per i primi due reati a 3 anni e 2 mesi, e con l’assoluzione per l’ultimo.

Il pm Mario Tombari aveva chiesto 4 anni e 6 mesi per tutti i capi di imputazione. L’imputato (che è stato difeso dall’avvocato Adriano Blasi) si è sempre difeso dicendo che era stato il Caracalla a dirgli di prendere quei soldi a titolo di donazione per pareggiare i conti con i beni che aveva dato invece alla sua badante. L’anziano aveva nominato infatti come suoi eredi la donna e l’amico. Era solo, senza parenti. E aveva deciso di lasciare tutti i suoi averi alle due persone che più gli erano state vicine. A Serallegri aveva anche dato la delega per la riscossione della pensione e la procura a operare sul suo conto corrente. Secondo l’accusa, il 67enne si era impossessato illecitamente di circa 23mila euro travasandoli dal conto di Caracalla al suo. Da qui l’accusa di appropriazione indebita. Dalla quale l’imputato è stato però assolto.

Intanto, a maggio 2015, Serallegri dissotterra i barattoli con dentro i 30mila euro. La moldava se ne accorge. E scoppia il caos. Volano anche le minacce, a detta della donna. Quando l’imputato viene a sapere che la badante ha rivelato tutto a Caracalla, sarebbe andato di corsa a casa dell’anziano e si sarebbe scagliato contro di lei dicendole «ti mando al tuo paese senza pelle». Parole che gli costano, oltre al resto, anche la denuncia per minacce. Nel frattempo, sette mesi dopo, l’anziano muore. Si apre invece il processo. L’imputato ha provato a giustificarsi dicendo che quei soldi fossero una donazione. Ma il giudice non gli ha creduto.