Giannina, Carlo e gli altri: il requiem di Fano

Campane a lutto e momenti di toccante animazione per la cerimonia di commemorazione delle vittime del Covid alla Rocca Malatestiana.

La commemorazione delle vittime del Covid

La commemorazione delle vittime del Covid

di Anna Marchetti

Il suono delle campane della città in ricordo delle oltre 80 vittime fanesi del covid. E’ stato il primo momento struggente di una serata, quella che si è svolta ieri sera alla Rocca Malatestiana, ricca di commozione. L’appuntamento voluto da Comune e Curia Vescovile (quest’ultima ha curato il programma) è stato un alternarsi di letture, poesie, testimonianze e musica, interpretata dal Quartetto Rossini e dal Fano Gospel Choir.

Di fronte a una platea di oltre 400 persone (questa la capienza consentita nel rispetto delle norme anti covid) toccante è stata la testimonianza di Alice Corsi per il nonno portato via dal virus che lei e i suoi familiari non hanno potuto abbracciare e a cui non hanno potuto dire addio. La direttrice di Marche Nord Maria Capalbo ha ricordato Giannina, la prima paziente covid ricoverata nel reparto del dottor Frausini "con una sintomatologia lontana da quella che tutti dicevano. Poco dopo è arrivato anche il marito Severino con una importante insufficienza respiratoria". E ancora Capalbo: "Dal 28 febbraio quando sono arrivati i risultati dei loro tamponi è cambiato il volto del nostro ospedale, ora dopo ora".

Sempre Capalbo ha ripercorso il ricovero di Carlo Amodio e le parole consegnate alle dottoresse del reparto per la moglie Donatella: "Ditele che l’ho tanto amata". Tra chi, invece, ce l’ha fatta c’è Severino, pilota, 50enne. "Sembrava perso – ripercorre quei momenti Capalbo – avevamo provato con lui tutti i protocolli e anche farmaci sperimentali. Poi un ultimo tentativo e Severino è guarito". "E’ stato qualcosa più grandi di noi – è stata la riflessione del dottor Gabriele Frausini – perfino di quei medici che erano sempre in tv. La frustrazione è stata grande, ma abbiamo avuto audacia nell’usare i farmaci e poi non abbiamo mai fatto mancare una carezza e una parola di speranza ai nostri pazienti". Poi una nota di speranza: "Non saremo più così nudi in caso di recidiva del virus".

Tra chi si è salvato anche il 75 enne Giuliano Talamelli: "Quello che più mi spaventava era morire da solo e senza andare in chiesa". Parole di ringraziamento a tutti coloro che hanno combattuto il virus sono state rivolte dal sindaco Massimo Seri, mentre il vescovo Armando Trasarti ha voluto sottolineare come quella di ieri fosse "una celebrazione di consolazione e di gratitudine per i nostri preti. Con il covid gli italiani hanno dovuto guardare in faccia la morte, dura, in solitudine, senza affetti e privata dell’accompagnamento religioso. Di fronte a un nemico presente ma invisibile e che assume il volto di ogni persona che incontriamo siamo indifesi, esposti e smarriti".

Particolarmente significativa la chiusura finale dedicata alla memoria e alla speranza con i coinvolgimento di tutti i rappresentanti delle confessioni religiose presenti a Fano: la Chiesa Ortodossa, Evangelica, rappresentanti delle religioni ebraica, islamica e buddista. Si è anche rischiato "l’incidente diplomatico" perché sembra che gli organizzatori si siano "dimenticati" dei 4 parlamentari presenti (Rossini, Accoto, Cattoi e Paolini). Dimenticanza recuperata dal sindaco, che li ha salutati pubblicamente dopo che qualcuno dei 5 Stelle si era lamentato con la sua segreteria. Tante le autorità civili e militari, tra cui il prefetto Vittorio Lapolla.