Giannina Fucili morta, il barista: "Dalla finestra ho visto quel corpo sul divano"

"Ho subito avvertito il figlio". L’ultimo battibecco della coppia sentito dai vicini risale a martedì scorso

La casa della tragedia

La casa della tragedia

Fano, 12 giugno 2022 - Una bottiglia di aranciata Fanta poggiata sul tavolo, le luci accese anche di giorno, quello strano silenzio durato troppo a lungo. Qualcosa era successo tra quelle mura, perlomeno da mercoledì 8 giugno, giacché il giorno prima Antonio Pazzaglia, 80 anni, e Giannina Fucili, 67 anni, non erano passati inosservati, a causa dei rumorosi battibecchi. I vicini si erano ormai abituati, non ci facevano molto caso, quando marito e moglie discutevano animatamente. L’abitazione a pianterreno, con gli scuri delle finestre socchiusi, lasciava propagare le voci, che a volte riecheggiavano nella piazzetta antistante. Discussioni perlopiù bonarie, che nascevano da qualche frequente malinteso. Venerdì pomeriggio, dopo che il figlio di prime nozze di Giannina Fucili aveva incaricato un amico di dare un’occhiata all’abitazione, questi ha chiamato in aiuto Francesco Evangelisti, il titolare del vicino bar. Il quale ha raccontato di aver notato sul divano, guardando attraverso una finestra, il cadavere di una persona.

"Il corpo era pressoché irriconoscibile, in avanzato stato di decomposizione – riferisce Evangelisti – e in un primo momento ho pensato che fosse quello di Antonio Pazzaglia, fatto che ho riferito telefonicamente al figlio di Giannina, Massimiliano Virgili".

Il barista ha subito lanciato l’allarme e sul posto, assieme al figlio della deceduta, poco dopo le 18 sono arrivati i vigili del fuoco e il 118, seguiti dai carabinieri. Antonio Pazzaglia era al piano superiore, in stato confusionale, tanto che non avrebbe dato una spiegazione di quanto accaduto alla moglie, né ai militari dell’Arma, né al magistrato, che lo ha ascoltato in serata. Le indagini e l’autopsia, disposta dalla Procura, daranno nei prossimi giorni una risposta alle cause della morte.

Intanto, nel piccolo borgo, tutti piangono Giannina Fucili, una donna descritta come dedita alla casa e alla famiglia: "Aiutavo mia zia a sistemare la legna per l’inverno – riferisce Emanuele Brunaccioni, cugino della donna, ma che si è sempre sentito come un nipote – e lei mi faceva sempre dei regali, dimostrando la sua innata generosità. Ultimamente, quando non poteva uscire, le portavo la spesa". Pure Antonio Sebastianelli, sindaco di Terre Roveresche, sottolinea che la donna era molto benvoluta a Barchi, anche se da qualche tempo la si vedeva in giro un po’ di meno: "Era una coppia tranquilla – afferma il primo cittadino –, che abitava in quella che era stata la casa della madre di lei".