"Guardia medica? Se c’è, è impossibile da trovare"

Francesco Giovanelli, funzionario comunale, racconta la sua disavventura "Prima ho dovuto chiamare a Urbino, poi mi hanno fatto girare tutto l’ospedale"

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Una caccia al tesoro per trovare la guardia medica. Capita anche di questo in una città di 60mila abitanti. Lo racconta Francesco Giovanelli, ex funzionario comunale, conosciuto in città. Giovanelli parla di quello che è accaduto affinché qualcuno prenda coscienza della situazione. Lo scenario è questo: lunedì poco dopo le 20 Giovanelli ha un problema per cui, visto che non abita lontano dal Santa Croce, decide di andare alla guardia medica. "Entro, giro un po’ e alla fine arrivo davanti a una porta dove trovo scritto in un foglio che mi devo rivolgere al numero di Urbino".

E che succede?

"Che chiamo e dal centralino di Urbino mi dicono ‘guardi, se lei si gira di spalle vedrà una palazzina e se va lì trova gli ambulatorio’. Mi giro, mi guardo intorno in una zona che conosco fra l’altro molto bene e vedo solamente palazzine private. Chiedo ulteriori indicazioni così mi dicono di andare in una vecchia sede della guardia medica, dove davanti trovo scritto in un altro cartello: ‘Non disturbare perché questa è la sede del 118 e non della guardia medica‘".

E a quel punto che accade?

"Che si alza la tensione e inizio ad arrabbiarmi. Torno di nuovo a chiamare il numero di Urbino. A quel punto la chiamata passa dalla sede di Urbino a un medico di Fano che inizia a darmi delle dritte dicendomi di percorrere un viale completamente al buio accanto all’entrata dell’ospedale dove si vedeva solo una lucina fioca in fondo".

Una vera caccia al tesoro...

"Non solo, perché ho avuto anche qualche timore visto il buio pesto e il fatto che non c’era nessuno. Mentre camminavo speravo che qualcuno non spuntasse per rapinarmi. Poi ho pensato ad altre due cose".

E quali?

"La prima, che onestamente non so quale donna si sarebbe avventurata di notte in una situazione del genere".

La seconda?

"E’ amara, ed è questa: che uno fa anche in tempo a morire".

Il finale?

"Finalmente arrivo a destinazione e mi trovo davanti un ragazzo e una ragazza. Dico un po’ seccato: ‘Ma perché non si mette un cartello con l’indicazione?’. Mi hanno risposto che faranno presente il problema. Ma non è sulle spalle loro".

La morale?

"Io, fanese, mi sono trovato in queste condizioni. Figuriamoci chi non lo è. Storia surreale".

Qualcuno porrà il problema?

"Spero, ma non lo so".

Intanto dall’Asur fanno sapere che la sede della Guardia medica è stata spostata per alcuni problemi conseguenti al terremoto e che "la cartellonistica è presente". Ma forse c’è margine per migliorare.

m.g.