I Codici malatestiani svelano l’arte militare

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Ricostruire gli aspetti militari della Signoria dei Malatesta tra il XIV e il XV secolo, conoscere come era composto l’esercito di Pandolfo III e di Sigismondo Pandolfo e comprendere che per i Malatesta la guerra non era solo violenza perché i guadagni servivano a realizzare opere artistiche. Questo l’obiettivo della mostra "I registri Malatestiani e l’arte militare del primo Rinascimento" inaugurata venerdì alla sala Morganti del palazzo Malatestiano. Oltre agli 11 registri Malatestiani, che sono una piccola parte dei 113 codici conservati nell’Archivio di Stato di Fano, nella mostra si possono ammirare armi (le palle d’artiglieria e la colubrina), ceramiche malatestiane, manoscritti e fonti iconografiche del tardo medioevo e inizio Rinascimento, il farsetto di Pandolfo III, le medaglie che riproducono Sigismondo Pandolfo e sua moglie Isotta degli Atti e una epigrafe, mai vista, commissionata da Sigismondo Pandolfo a Matteo dei Pasti per celebrare la costruzione della Rocca di Carignano nel 1455.

"Baluardo importantissimo per la difesa del territorio, alla sistemazione della Rocca – spiega Anna Falcioni (foto), docente universitaria e presidente del Centro studi Malatestiani – contribuirono anche i nobili locali, attraverso una tassa che fu loro imposta". Nei registri è anche riportato il disegno della torre della Rocca di Carignano di cui oggi rimangono solo pochi resti. Tra le curiosità che rivelano gli 11 codici esposti ci sono le caratteristiche fisiche dei soldati. "Pandolfo III e Sigismondo – prosegue Falcioni – prevedevano la rassegna periodica del loro esercito, in genere superiore alle mille unità, per verificarne idoneità fisica e capacità militari: l’altezza dei soldati non doveva essere inferiore a 1 metro e 50, dovevano essere robusti e dotati di barba e capelli lunghi, considerati sinonimo di forza. I compensi erano alti e quando i Signori avevano le casse vuote, erano le comunità locali, in particolare Mondolfo, San Costanzo e Serrungarina, a farsi carico del loro mantenimento".

an.mar.