I rincari dal Codma al banco verdure "Costi maggiorati dal 20 al 30%"

Si impennano i prezzi di energia, concimi e plastica. Bacchiocchi: "Ma l’anno si è chiuso in positivo"

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di Silvano Clappis

“Caro-energia”, “caro concimi” e “caro-plastica” si abbattono anche sul mondo della produzione ortofrutticola: un incremento dei costi importante che – attraversando la filiera – finisce per colpire anche le tasche dei cittadini. Lo sa bene Alipio Bacchiocchi, classe 1947, che ha fatto la storia dell’agricoltura fanese degli ultimi 50 anni ed ora ha lasciato il testimone – assieme al presidente Flavio Caprini di Mondavio – del Consorzio Ortofrutticolo del Medio Adriatico, che tutti i fanesi conoscono con l’abbreviazione Codma. "Stimiamo aumenti complessivi tra il 20-30%" dice Bacchiocchi. Problemi che adesso dovranno affrontare i successori.

Intanto, però, l’anno appena archiviato è stato tutto sommato in linea con quelle che erano le attese. "La pandemia – dice Alipio Bacchiocchi – non ha influito negativamente sul nostro settore per cui possiamo dire di aver chiuso un anno normale". Con 15 addetti fissi ed circa 50 lavoratori stagionali il Codma è una grande realtà produttiva nel settore agricolo a livello nazionale. "Noi abbiamo come clienti la Coop e la Conad, oltre che l’export verso Paesi come Olanda, Germania, per cui se vuoi stare sul mercato devi essere per forza un grande gruppo, come lo siamo noi, in grado di assicurare un’offerta fatta di una gamma di prodotti da fornire con continuità mensile, in quantità e qualità e con tutta una serie di servizi. Per questo, per integrare la nostra offerta, abbiamo ormai da tempo due piattaforme produttive, una in Puglia per il broccolo e una in Calabria per il cavolo".

Al Codma di Fano, invece, in questo periodo si lavorano i prodotti più tipicamente invernali che provengono dalla nostra regione, come la scarola, il cappuccio, il radicchio, la verza. Parliamo di una produzione annuale di ortofrutta che si aggira intorno ai 200.000 quintali, numeri importanti, capaci di soddisfare le esigenze quotidiane di catene alimentali come, appunto, Conad e Coop. "Basti pensare – aggiunge ancora Alipio Bacchiocchi – che a Fano in estate lavoriamo circa 25mila quintali di meloni e 60mila quintali di cocomeri".

"Il nuovo anno, purtroppo – ossrve Bacchiocchi –, si è però aperto con la preoccupazione di un aumento dei costi, in particolare quelli che riguardano l’energia, i concimi e la plastica utilizzata nelle confezioni". Problemi che, adesso, potrebbero riverberarsi anche sui prezzi di frutta e verdura, secondo una tendenza che è ormai nazionale. Ma Bacchiocchi è fiducioso. "Sono nella cooperazione, convinto dei principi che porta avanti in favore degli agricoltori, – ricorda Bacchiocchi – fin dalla fine degli anni ‘60 del secolo scorso, quando Fano era un’eccellenza assoluta nella produzione del cavolfiore, che veniva visto come un prodotto ’esotico’ nei mercati del nord Europa. Avevamo una produzione autoctona, unica in Europa, che poi è andata via via scomparendo con l’ingresso degli ibridi perché il mercato voleva un cavolfiore sempre più bianco. Oggi il cavolfiore fanese è definitivamente scomparso, soppiantato da altre produzioni. Ma anche altri prodotti non lavoriamo più come i pomodori o i peperoni, perché paesi come la Spagna sono diventati più concorrenziali. Io e il presidente Caprini lasciamo un Codma in buona salute, con un patrimonio di 4 milioni di euro, che può considerarsi un vanto – conclude – per l’economia fanese".