TIZIANA PETRELLI
Cronaca

Il fascino della contabilità. Luci sui registri malatestiani

È un viaggio nella storia economica, amministrativa e sociale della signoria malatestiana quello proposto dal convegno internazionale di studi "I...

La professoressa Anna Falcioni

La professoressa Anna Falcioni

È un viaggio nella storia economica, amministrativa e sociale della signoria malatestiana quello proposto dal convegno internazionale di studi "I registri malatestiani, la fiscalità, il denaro dal tardo Medioevo alla prima età moderna", in programma venerdì dalle 9,30 alle 19 nella sala di rappresentanza della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano. Curato dal Centro Internazionale di Studi Malatestiani, l’appuntamento è stato presentato ufficialmente ieri. A raccontarne la genesi è stata la professoressa Anna Falcioni, storica e coordinatrice scientifica dell’iniziativa, che ha illustrato il lungo lavoro preparatorio condotto attorno ai preziosi registri fiscali conservati nell’Archivio di Stato di Fano. "L’attività di ricerca ha coinvolto studiosi di diverse università italiane – ha spiegato Falcioni – ed è stata possibile grazie a un finanziamento ministeriale erogato tramite la Direzione generale Archivi. Un’occasione rara per valorizzare fonti documentarie straordinarie, che ci permettono di ricostruire non solo l’organizzazione finanziaria dei Malatesta, ma anche aspetti di vita quotidiana, rapporti di potere, dinamiche sociali e perfino forme di dissenso espresse dai cittadini". I registri malatestiani, infatti, sono molto più che documenti contabili.

"Dentro quelle pagine – ha aggiunto Falcioni – troviamo la storia di una comunità: dai debiti dei notai ai pignoramenti dei contadini, dalle multe per bestemmia alle esenzioni fiscali concesse ai protetti della corte. Sono piccoli frammenti di realtà che, messi insieme, ci raccontano un’intera epoca". Alla conferenza stampa c’erano anche Giorgio Gragnola, presidente della Fondazione Carifano e Lucia Tarsi, assessore alla cultura che ha ricordato che "i codici malatestiani sono stati temporaneamente trasferiti per motivi di conservazione nel nuovo Archivio di Stato, all’interno di Palazzo Nolfi". Tiziana Petrelli