Il piatto piange: chiuso il 40% dei ristoranti

Clienti in calo, camerieri in quarantena, molti in ferie per ammortizzare il periodo nero. "Sembra di essere in un lockdown naturale"

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Clienti in calo, camerieri a casa isolati dal Covid, rifornimenti a singhiozzo. Sembrava essere passato il periodo nero per i ristoratori fanesi al tempo dei vaccini ed invece il peggio pare debba ancora venire. "Al momento il 40% delle attività di ristorazione della città sono chiuse a causa del Covid - rivela Stefano Mirisola, vicepresidente Confesercenti Fano -. Stiamo attraversando tutti una situazione di grossa difficoltà dovuta all’aumento dei contagi, con continue disdette di gente che prenota ma all’ultimo deve annullare perché qualcuno è entrato in contatto con positivi. Questa situazione di precarietà ha portato molte attività cittadine a decidere di chiudere per ferie proprio in questo periodo quasi da zona rossa, visto il poco movimento di clienti. Ma tanti altri sono stati costretti a chiudere per la carenza di dipendenti, perché purtroppo tanti imprenditori quando ne hanno qualcuno in quarantena, non riescono a garantire il servizio. Chi è riuscito a restare aperto però patisce lo stesso, perché lavora sotto organico e in più gli avventori spesso si presentano all’ultimo, senza prenotare, perché ‘oggi si sta bene domani chissà’ per cui decidono all’ultimo cosa fare".

Martina Carloni, vicepresidente di Confcommercio Fano conferma in toto. "Noi in questa settimana siamo chiusi per ferie in entrambi i ristoranti - dice - perché dopo l’epifania c’è sempre meno movimento. Ma quest’anno dai colleghi mi arrivano segnali drammatici. Il Covid sta mettendo molti ristoratori nelle condizioni di chiudere per mancanza di personale. Al momento la maggior parte dei ristoranti della città sono chiusi e chi è aperto lavora in condizioni critiche, con orari e menù ridotti. Speriamo che dalla fine di febbraio questa situazione passi… Fare la terza dose di vaccino per noi è importante perché riduce almeno i tempi della quarantena".

Tra i ristoranti chiusi per Covid (la lista è lunghissima e in continuo mutamento, di giorno in giorno se ne aggiungono nuovi e ne escono altri) fino a ieri c’era anche la Bottega del Centro di Lorenzo Vedovi, portavoce di Ristoritalia, che è rimasta chiusa dal 5 gennaio. "Riapriamo stasera, ma per il momento lavoreremo in due, solo io e il cuoco - spiega -. Stiamo vivendo un periodo tragico di lockdown naturale: fuori è la desolazione, molti colleghi anche se sono rimasti aperti, la sera stanno chiudendo prima dell’orario consueto perché in giro non c’è gente. Nessuno può sapere con certezza quanto durerà, ma si presume che fino a inizio febbraio sia così. Per altro, a Capodanno, a noi ristoratori hanno dato mille ulteriori limitazioni costringendoci in tanti casi a stare addirittura chiusi per carenza di prenotazioni, poi la gente ha festeggiato in casa, anche in 30 e più… e ora sono tutti positivi. Speriamo che lo Stato, che non ci tiene chiusi ma in realtà ci fa chiudere, ci venga incontro. Nel 2021 abbiamo retto il colpo perchè c’è stato il blocco dei pagamenti, qualche piccolo ristoro che oggi ripaghiamo con gli interessi, ma nel ‘22 non è più così… sono ripartiti i mutui, le tassazioni, gli anticipi. Gennaio e febbraio son sempre stati mesi duri ma almeno gli altri anni avevi avuto dicembre che ti dava la forza per pagare le bollette".