Incendio Calcinelli, notte da incubo

Il racconto di un residente che ha anche strappato il cane alle fiamme

Il cane salvato nel rogo di Calcinelli

Il cane salvato nel rogo di Calcinelli

Fano, 24 maggio 2019 - «Ho salvato il mio cane da morte certa». Lo racconta il pensionato Valter Briscoli, che vive con la consorte a Calcinelli, in via del Progresso, a pochi metri dal capannone che ha preso fuoco domenica notte, dove erano ricoverati gli scuolabus andati distrutti. «Quella notte – racconta Briscoli – mia moglie aveva sentito degli strani scoppiettii provenire da fuori. Così mi sono affacciato dalla finestra e ho visto un denso fumo nero e le fiamme levarsi dalla struttura, all’altezza degli uffici, nella parte frontale dell’edificio. Erano le 3,25 quando abbiamo allertato i pompieri».

Ma la prima preoccupazione dell’uomo è stata per il suo cagnolino Billo, un breton di dieci anni un po’ fiaccato dall’età, che vive in un box sul terrazzo che si affaccia proprio sul versante dello stabile interessato dall’incendio: «Mi sono precipitato a salvarlo dal fumo, quando le fiamme incombevano solo a qualche metro, mentre mia moglie ha avvisato mio figlio che vive in un’altra casa che avremmo trascorso la notte da lui». Sono stati momenti concitati, quelli vissuti dalla famiglia, svegliata nel cuore della notte da un inferno di fuoco, che minacciava di propagarsi in un battibaleno, mentre i fumi sprigionati dalla combustione delle plastiche ammorbavano l’aria.

«I vigili del fuoco – aggiunge Briscoli – sono arrivati per fortuna in tempi molto rapidi, ma noi siamo fuggiti temendo il peggio e perché l’aria era divenuta ben presto irrespirabile. Sono molto affezionato a Billo, a cui non ho fatto mancare mai niente, alimentandolo sempre con cibo di qualità e mettendogli a disposizione un ampio terrazzo dove era libero di scorrazzare. Lui mi capisce con uno sguardo, manifestando il suo affetto in modo molto caloroso, quasi come fosse una persona. Quindi il mio primo pensiero è stato quello di portarlo via da morte sicura, considerato che non sarebbe riuscito a fuggire. Cosicché mi sono fatto coraggio e sono corso in giardino, in prossimità delle fiamme che si facevano sempre più minacciose, l’ho afferrato prendendolo in braccio, portandolo al riparo in auto».

Valter Briscoli è proprietario di un locale a piano terra, dove sono installate alcune telecamere, alcune delle quali inquadrano la strada di fronte al capannone andato a fuoco: «Purtroppo – precisa – non saranno utili alle indagini in corso, perché erano spente quando è divampato l’incendio, non essendo alimentate dalla corrente elettrica, in quanto ho disdetto il contratto, trattandosi di locali dove in passato svolgevo la mia attività artigianale ma che al momento non sono affittati. Ora che tutto è finito, sono preoccupato dalle polveri che provengono dalla struttura, la cui copertura potrebbe essere di eternit, e spero che vengano adottate le misure adeguate per scongiurare pericoli per la nostra salute».