Vallefoglia, ispettore chiede soldi per chiudere un occhio. Arrestato

L'azienda, cui l'uomo aveva proposto di pagare 2mila euro, segnala il caso ai carabinieri

Una pattuglia dei carabinieri di Colli al Metauro

Una pattuglia dei carabinieri di Colli al Metauro

Colli al Metauro (Pesaro e Urbino), 24 giugno 2019 – Un ispettore incaricato dall’Agenzia delle Dogane è finito in manette mentre intascava una mazzetta di 2mila euro. Ad arrestarlo i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Fano e della stazione di Colli al Metauro, grazie alla segnalazione di un imprenditore. Sono i primi giorni di giugno quando un’azienda metalmeccanica con sede a Colli al Metauro e opificio nella zona industriale di Vallefoglia, comunica all’Agenzia delle Dogane che avrebbe eseguito, tramite una ditta metrologica che esercita per conto dell’Agenzia, la taratura di un contatore elettrico fiscale, che misura la quantità di energia prodotta a fini industriali a mezzo di generatori a combustibili fossili per poter ottenere così lo storno parziale delle accise.

In azienda si presenta regolarmente l’ispettore incaricato (un 24enne) che, dopo aver svolto le verifiche del caso, va dal dirigente dell’opificio e gli dice che ha riscontrato la rimozione illecita sul generatore oggetto della taratura dei suggelli fiscali. Gli fa quindi presente che avrebbe dovuto informare l’Agenzia delle Dogane, sottolineando in maniera dettagliata le conseguenze economiche e penali alle quali la ditta sarebbe andata incontro. All’ovvia sorpresa del direttore dell’officina, che era convinto invece che tutto fosse in regola, e al suo tentativo di documentarsi con l’installatore dell’impianto, l’ispettore gli consiglia di non informare nessuno e gli prospetta la possibilità di risolvere bonariamente l’accertamento.

Il direttore, disorientato e impaurito dalle conseguenze elencate dall’ispettore, e avendo compreso che il fine ultimo del suo interlocutore era quello di ottenere una dazione di denaro, gli fa una modesta offerta a cui l’ispettore risponde immediatamente che di soldi ne occorrevano almeno dieci volte tanto. Il responsabile dell’opificio a quel punto prende tempo e intanto riesce ad informare il proprietario dell’azienda, il quale, dimostrando alto senso della giustizia, avverte immediatamente i carabinieri della stazione di Colli al Metauro, che fanno partire le indagini.

Raccolta una dettagliata denuncia e informata la Procura di Urbino, i militari danno il via libera al ‘pagamento simulato’, col dirigente d’azienda che dà appuntamento all’ispettore, che nel frattempo ha intensificato le sue pressioni con telefonate e mEssaggi sempre più incalzanti. All’appuntamento e alla consegna del denaro, nell’opificio di Vallefoglia, assistono quindi i carabinieri, che subito dopo il passaggio di denaro bloccano l’ispettore infedele e lo trovano in possesso della busta contenente le banconote, precedentemente fotocopiate dagli uomini dell’Arma e poi immediatamente restituite al proprietario. All'uomo, dopo la convalida dell’arresto è stata applicata la misura cautelare della sospensione dell’esercizio di un pubblico ufficio o servizio.