Fallimento King, altre condanne per bancarotta fraudolenta

Processo all'amministratore di diritto e al tecnico informatico

PROTESTA La manifestazione degli operai della King all’ingresso della Provincia nel 2014

PROTESTA La manifestazione degli operai della King all’ingresso della Provincia nel 2014

Fano, 30 ottobre 2018 - Fallimento King, la resa dei conti. Si è chiusa con altre due condanne la storia giudiziaria dell’azienda metalmeccanica della nautica fanese. Una storia in cui a pagare il prezzo più alto erano state decine di dipendenti rimasti senza più un lavoro dalla sera alla mattina, niente stipendio e neppure ammortizzatori sociali.

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Dopo le condanne in primo grado per bancarotta fraudolenta dei vertici, a luglio 2017 (patteggiamento a 2 anni e 10 mesi di reclusione per Massimo Della Santa, Paola Vicinanza di Fano e Alberto Rosichini di Sassoferrato, 1 anno e 6 mesi per Francesco Giorgio; condanne in abbreviato per reati tributari – omesso versamento di ritenute – a 10 mesi di reclusione per Della Santa e Vicinanza, a 6 mesi per Giorgio e Rosichini), qualche giorno fa è toccato all’amministratore di diritto della King srl, Gaetano Di Carlo, e al tecnico informatico della società, Alfredo Frasconi. Bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, le accuse che sono costate a Di Carlo (difeso dall’avvocato Francesco Tropepi del foro di Locri) 4 anni e 6 mesi di reclusione, mentre a Frasconi 3 anni e 6 mesi. Il pm Maria Letizia Fucci aveva chiesto rispettivamente 7 e 4 anni di reclusione. Le difese hanno già annunciato l’appello.

Secondo l’accusa, Di Carlo (che vive in Inghilterra) era uomo di fiducia di Rosichini, messo formalmente alla guida della King, ingranaggio fondamentale nel piano di prosciugamento delle casse della società. Un piano nel quale ha avuto un ruolo di rilievo anche Frasconi. Abile informatico, Frasconi è accusato di aver fatto sparire i documenti contabili della società. Sarebbe stato in grado di cancellare file da remoto addirittura il giorno stesso dell’irruzione della Guardia di Finanza mentre le divise stavano cominciando a passare al setaccio archivi e computer. Ma gli 007 delle Fiamme Gialle non sono stati da meno e si sono subito accorti di quella manina invisibile. Il destino della King era legato a doppio filo con un’altra società, la Art-Inox srl, anche questa fallita, un paio di mesi prima, l’8 luglio del 2014. A settembre è la King a finire decotta. Un crac che fa finire in manette Rosichini, Di Carlo, Della Santa, Vicinanza e Giorgio. E sotto sequestro ben un milione e 200mila euro.

Personaggio di spicco è stato Rosichini. Era arrivato prima a Urbino, dove le sue attività avevano finito per attirare le attenzioni delle Guardia di Finanza. Poi è sbarcato nel pesarese, portando anche Di Carlo. Rosichini si era presentato a Della Santa e alla moglie Vicinanza, come il manager in grado di risolvere le crisi aziendali. Peccato che per la Procura utilizzasse metodi illeciti, come pure Di Carlo e Frasconi. E l’altro giorno, anche il Tribunale se ne è convinto chiudendo con le loro condanne il primo round giudiziario del crac della King.