
La nuova grande croce all’ingresso del cimitero di San Costanzo Stamattina, l’inaugurazione
di Sandro FranceschettiDopo circa 10 anni torna la grande croce all’ingresso del cimitero comunale di San Costanzo e il merito è di alcuni cittadini e imprenditori locali, che hanno voluto fare questo dono alla comunità, che sarà inaugurato stamattina. L’idea è partita da Antonio De Angelis, presidente del circolo Acli oratorio ‘San Giovanni Bosco’. "Fino a una decina di anni fa – spiega proprio il signor Antonio – appena varcato l’ingresso principale del campo santo ci si trovava di fronte una grossa croce in legno che dava subito l’idea della sacralità del luogo. Un simbolo importante, che col tempo si è rovinato tanto che è stato rimosso per motivi di sicurezza. Da allora in molti hanno espresso il desiderio che fosse installata una nuova croce e così alcuni mesi fa ho rotto gli indugi e insieme ai soci del circolo Acli abbiamo coinvolto alcune ditte del posto, che ci hanno dato la loro disponibilità".
In particolare, la carpenteria metallica F.lli Alessandri srl si è detta pronta a realizzare gratuitamente la struttura della croce in ferro; un’altra azienda locale, la Stefanelli Sante srl, ha fatto il logo del Giubileo che campeggia sulla croce con un’attrezzatura laser e, infine, la cooperativa De Angelis House ha provveduto all’installazione, con tanto di autogru. "Perché la nuova croce – precisa Antonio - è alta 3 metri e mezzo e larga circa 1,60 ed è bella pesante, con al centro il logo del Giubileo 2025 e la scritta ‘Pellegrini di Speranza’. Nella parte inferiore, inoltre, abbiamo messo i nomi di chi ha contributo alla sua realizzazione".
Stamattina, come detto, la cerimonia di inaugurazione e benedizione, alla quale sono attesi tanti cittadini e fedeli. Con loro il sindaco Domenico Carbone e la sua amministrazione e, naturalmente, il parroco don Stefano Maltempi, che avrà il compito di benedire l’opera. L’appuntamento, all’ingresso del cimitero, è per le 9,30.
"Credo che per l’intera comunità si tratti di un momento importante – conclude Antonio De Angelis – perché finalmente torna nel luogo in cui andiamo a pregare per i nostri cari defunti un simbolo di fede e di fratellanza".