La figlia si mette con un egiziano, il padre perde la testa

Violenze e maltrattamenti anche nei confronti della moglie. Con questa accusa un 50enne è alla sbarra

Accusato di maltrattamenti perché non tollerava il fidanzato egiziano della figlia, ieri è stato il giorno del ricordo, per le vittime di quelle presunte violenze. A ripercorrere quei drammatici momenti sono state in aula la moglie e le due figlie dell’imputato, un 50enne fanese. Le donne, costituite parte civile con l’avvocato Alessandra Angeletti, hanno ribadito le accuse contro il padre e marito. Di come lui avesse reso la vita impossibile in casa per via, in particolare, della storia delle sue figlie con uomini stranieri.

Inaccettabile per l’imputato il fidanzato egiziano con cui una delle due era andata a vivere in garage per sfuggire alla sua rabbia. Una rabbia incontenibile che un giorno il 50enne avrebbe sfogato sferrando un pugno contro la porta del garage, spaccandola. Ma la sua violenza avrebbe investito anche gli altri figli e ha raggiunto il culmine quando la moglie ha deciso di chiedere la separazione. Un’ipotesi per lui inaccettabile che lo ha mandato fuori di testa, tanto che qualche mese fa ha anche tentato il suicidio.

Ma all’ennesimo episodio di violenza, ad agosto 2020, la moglie ha deciso di mettere fine a quell’inferno domestico e lo ha denunciato, aprendogli così la strada verso il processo. Secondo il racconto delle vittime, sarebbero stati diversi gli episodi di maltrattamenti. Tra i vari, quello in cui il 50enne avrebbe provato a colpire con un pugno la figlia, ma la madre si era messa in mezzo, prendendosi lei il cazzotto sulla mandibola. Poi si era rinchiusa in camera con i figli e la mattina successiva aveva trovato la casa a soqquadro e il cibo sparso per terra. Processo aggiornato.

e. ros.