"La Panda imbottita di cocaina? Io pensavo soltanto di fare un favore ad un amico"

Operazione "White mule", ieri gli interrogatori: solo uno degli arrestati ha parlato

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"Pensavo di fare un favore al figlio di un amico. Mi aveva chiesto di passare a prendere la moglie in autostrada, di aspettare una Panda gialla. Ho sentito che c’era qualcosa di strano, ma sono andato lo stesso. Mai avrei pensato alla cocaina, al massimo a sigarette o hashish. Insomma, mi sono fidato. E ho sbagliato".

È stato l’unico a parlare, ieri, Massimo Cozzolino, 48 anni, di Cartoceto, (difeso dall’avvocato Enrico Cipriani) finito ai domiciliari l’altro giorno con l’accusa di far parte della banda che da Napoli riforniva di cocaina la piazza di Fano. Si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere gli altri due presunti complici, arrestati e rinchiusi in carcere, Camillo Arcella, 39 anni, di Terre Roveresche (e non Vito Arcella, come pubblicato per errore ieri, ci scusiamo con l’interessato), e Fabio Troncato di Fano, di 36 anni (avvocato Grazia Di Gioia). L’arresto dei tre uomini da parte della Guardia di Finanza è stato il secondo capitolo dell’operazione "White mule", mulo bianco, ovvero, nel gergo dello spaccio, corriere della cocaina, che ad ottobre scorso aveva fatto finire in manette due donne, (ora ai domiciliari), al casello dell’A14 di Fano mentre rientravano in città a bordo della loro Panda gialla con dentro ben 550 grammi di polvere bianca.

Quel giorno, in macchina, c’erano anche i 3 figli di una delle due. La presenza dei minori doveva servire a mascherare l’attività illecita. Le donne, alla vista degli agenti, avevano tentato di disfarsi della droga, ma invano. La procura gli aveva contestato lo spaccio aggravato dalla presenza dei minori. L’altro ieri, la Finanza ha chiuso il cerchio con l’arresto degli altri tre presunti membri della banda.

e. ros.