REDAZIONE FANO

La Scuola d’Atene come centro della creatività

Laboratorio lezione-spettacolo con Matthias Martelli per gli studenti ch sviluppano il metaverso

L’attore urbinate Matthias Martelli nel corso dell’incontro a Fano di ieri

L’attore urbinate Matthias Martelli nel corso dell’incontro a Fano di ieri

Un laboratorio, una lezione-spettacolo e un sogno che prende forma grazie al talento di Matthias Martelli e all’entusiasmo contagioso degli studenti. Si è conclusa ieri al Teatro della Fortuna la tappa fanese di Preview, il ciclo di workshop ideato nell’ambito del progetto PNRR Alta Formazione Artistica che vedrà il suo culmine il 23 ottobre 2025 al Teatro Sanzio di Urbino, con lo spettacolo “La scuola di Raffaello“.

"Quello che stiamo costruendo – ha spiegato Martelli – è uno spettacolo ibrido, una lezione-spettacolo che racconterà la vita e le opere di Raffaello partendo proprio da Urbino, sua città natale. In questi giorni abbiamo lavorato insieme agli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Urbino per elaborare le prime bozze: scenografie, animazioni digitali, oggetti in stampa 3D e drammaturgie. Il cuore del lavoro sarà l’animazione della Scuola di Atene, una delle opere più iconiche del Rinascimento, attraverso le tecnologie del metaverso. Siamo solo all’inizio, ma è già chiara la potenza creativa che questo progetto può sprigionare".

Ad accompagnare il percorso degli studenti anche il professor Massimo Puliani, che ha ricordato come Martelli sia definito da molti "l’erede di Dario Fo", sottolineando anche il legame tra il Premio Nobel e Raffaello, tanto che Fo nel 2005 ha dedicato otto puntate televisive al pittore urbinate. Ha poi ribadito la centralità di un linguaggio nuovo, capace di fondere saperi antichi e innovazione digitale: "La favolazione scenica e la tecnologia oggi si alleano per raccontare Raffaello, proprio come faceva Fo nei suoi programmi. È un modo di interpretare la storia dell’arte che restituisce senso al teatro come luogo vivo e generativo".

A portare il saluto dell’amministrazione l’assessore alla Cultura Lucia Tarsi, che ha parlato con emozione del valore simbolico di Fano in questo cammino: "Se c’è un luogo dove chi studia Raffaello deve fermarsi, questo è Fano. Qui, nella chiesa di Santa Maria Nuova, il giovane artista ha lasciato un’impronta indelebile".