
Angelo Piersimoni, padre di Valerio. Arriva la replica dell’Azienda sanitaria
Ha sollevato clamore e indignazione la testimonianza del fanese Angelo Piersimoni, padre di Valerio, giovane affetto da Distrofia Muscolare di Duchenne, che ieri ha denunciato sulle colonne del nostro giornale di aver dovuto anticipare una spesa di 3.100 euro per l’acquisto di una carrozzina elettrica necessaria alla vita quotidiana del figlio. Un contributo imprevisto, secondo quanto testimoniato, che la famiglia ha dovuto versare a causa della mancata copertura totale da parte dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Fano. La vicenda ha posto sotto i riflettori le modalità di applicazione del Nomenclatore tariffario regionale in vigore dal 2017 e il suo impatto concreto sulla vita delle persone con disabilità gravi.
L’attenzione pubblica ha spinto l’Azienda Sanitaria a intervenire con una nota ufficiale per chiarire la propria posizione. "Dispiace dover intervenire su un caso così delicato – si legge nella nota – ma è necessario tutelare chi ogni giorno lavora per fornire assistenza qualificata nel rispetto delle normative vigenti".
Secondo quanto riferito dall’Ast, la carrozzina in oggetto – il modello R-TRAK della Pryde – ha un costo complessivo di 17.573 euro, ma la spesa autorizzata e riconosciuta ammonta a 14.462,65 euro, corrispondente esattamente alle voci previste dal nomenclatore nazionale. "Ciò che è stato individuato come "extratariffario" – prosegue la nota – non è stato riconosciuto, perché trattasi di una spesa a carico dell’utente, dovuta a una scelta personale del modello e della marca, non espressamente indicati nella prescrizione medica".
L’Ast precisa infatti che nella richiesta erano riportati solo i codici tariffari e non un modello preciso. La scelta del presidio più costoso sarebbe dunque derivata da una decisione autonoma dei familiari, a fronte di opzioni equivalenti con costi interamente coperti. Un chiarimento che intende respingere le accuse di rigidità o insensibilità e rimarcare invece il rispetto delle regole e la volontà di garantire un’assistenza coerente con la normativa. Ma la questione sollevata da Piersimoni resta aperta: "L’autonomia non è un extra. È dignità, è salute, è integrazione sociale", aveva detto il padre di Valerio, chiedendo che sia il sistema sanitario, e non le famiglie, a sostenere integralmente costi di presìdi così fondamentali. Il caso però rimane emblematico di un problema più ampio: l’equilibrio fragile tra burocrazia e bisogni reali, tra norme e diritti.
Tiziana Petrelli