Fano, il Lisippo? "E’ un giornale o un ghiacciolo"

La domanda è stata fatta ieri al mercato a decine di passanti. Pochi conoscono la statuina contesa con il Getty Museum di Malibù

Il Lisippo di Fano (Ansa)

Il Lisippo di Fano (Ansa)

Fano, 10 giugno 2018 - Il Lisippo è il nome di una passeggiata, di un giornale e persino di un gelato. Lo dicono molti fanesi, rispondendo alla domanda: secondo lei, cos’è il Lisippo? Tra gli intervistati, la maggioranza è all’oscura dell’esistenza della statuina contesa con il Getty Museum di Malibù, simbolo del traffico internazionale delle opere d’arte, oggetto di un contenzioso ventennale tra Italia e Stati Uniti. E associa il nome della statuina ad altro di cui invece hanno sentito parlare, in primis la passeggiata sul lungomare e un giornale locale. Ma c’è anche chi ne conosce bene la storia e ne reclama il ritorno a Fano.

Lungo corso Matteotti e in piazza XX settembre, dove ieri c’era il mercato, la domanda è stata posta a decine di passanti. C’è chi ha fatto bella figura. «La statua del Lisippo – sostiene Paola Curzi – è un punto di riferimento per i fanesi e deve ritornare in città, appartenendo al patrimonio artistico locale, ma è indispensabile che si adotti ogni iniziativa utile allo scopo in breve tempo». E Renzo Zonghetti: «Non sapevo che ci fosse una copia della statua del Lisippo a Fano, ma ho seguito invece gli ultimi sviluppi della vicenda della confisca dell’originale e spero che abbia una conclusione positiva».

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Tra i più giovani, in pochi conoscono la celebre statua bronzea. A loro, il Lisippo evoca perlopiù la nota camminata sul mare. E’ c’è chi addirittura si confonde con il Calippo: «E’ il nome di un gelato», sostiene una ragazza. «I gestori dei negozi – commenta un’altra giovane – li conosco quasi tutti, essendo appassionata di shopping, ma il Lisippo non so proprio chi sia». Gli stranieri dicono di non averne mai sentito parlare, così come qualche turista italiano appena arrivato in città. La signora Anna, accento tedesco e piglio deciso, dice di aver notato da tempo un cartello sul lungomare: «C’è l’indicazione della camminata del Lisippo a Sassonia, ne sono certa, ma non saprei dire perché si chiami così». Nicoletta Subissati, proprietaria del bar Marconi, conosce invece molto bene quel tratto di lungomare: «Ci vado a correre spesso e, anche se si tratta di una copia, sono molto affezionata a quella statua». Tra le tante risposte, salta fuori anche il nome di un giornale, ma raramente il Lisippo gode di una fama propria, che gli renda giustizia nell’immaginario collettivo, che lo metta in relazione con la sua città, così come avviene a Pesaro con Rossini e a Urbino con il duca Federico.

Marco Mazzanti è invece molto informato e ha una sua opinione personale al riguardo: «Sto seguendo gli sviluppi della vicenda, che con l’ordine del giudice pare essere a una svolta, ma sono scettico riguardo un effettivo ritorno della preziosa statua. Purtroppo, a suo tempo, la città di Fano avrebbe dovuto esercitare una maggiore forza nel sollecitare la restituzione. Tra l’altro, anche se la statua venisse restituita, si creerebbe un precedente che obbligherebbe altri musei stranieri a restituire le opere d’arte italiane».

Malgrado le vicende balzate alle cronache, da quando 54 anni fa è stato ripescato dal fondo del mare, appare evidente che l’atleta greco stenti ad affermarsi come emblema della città. «Lo conosco vagamente – dice Monica Grisolia, romana residente a Fano da cinque anni – e mi dispiace non poter commentare più di tanto l’argomento, ma se si tratta di una scultura che appartiene alla città è giusto che venga restituita».