Pesaro, la procura: "La confisca del Lisippo è esecutiva"

Il procuratore Cristina Tedeschini: "La statua in bronzo appartiene all’Italia. E va riconsegnata". "Nel frattempo suggerisco il blocco degli scambi con gli Usa"

L'Atleta vittorioso (a sinistra) a Villa Getty (Foto Ansa)

L'Atleta vittorioso (a sinistra) a Villa Getty (Foto Ansa)

Pesaro, 14 giugno 2018 - Entusiasmo per la riconferma della confisca della statua in bronzo del Lisippo, dal 1977 al Getty Museum di Malibù, ma anche un invito "a rimanere con i piedi per terra". E’ il pensiero espresso stamane dal procuratore della Repubblica di Pesaro, Cristina Tedeschini, durante la conferenza stampa nel suo ufficio, indetta per fare il punto sulla vicenda giudiziaria del 'Lisippo' dopo la recente nuova ordinanza di confisca immediatamente esecutiva.

l procuratore di Pesaro Cristina Tedeschini, alla domanda se il rientro dell'opera in patria possa essere favorito o determinato anche dalla diplomazia o da pressioni politiche, ha affermato: "Da cittadina italiana prima ancora che da magistrato potrei suggerirei l'ipotesi alle nostre autorità di bloccare in futuro qualunque forma di concessione seppur temporanea di opere d'arte italiane che vanno ad arricchire frequentemente i musei degli Stati Uniti. Blocco degli scambi fino a quando il Getty museum non riconsegnerà l'atleta vittorioso che appartiene all'Italia come hanno confermato tre giudici diversi. Nutro dubbi che questa proposta possa ottenere effetti col potere politico attuale negli Stati Uniti. Ma è pur sempre una ipotesi, a parer mio, da tenere in considerazione".

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Lo splendido 'Atleta vittorioso', attribuito a Lisippo e ripescato in Adriatico nel 1964 da pescatori fanesi, ha avuto dal 2007 tre ordinanze di confisca. Le prima, a firma del giudice Lorena Mussoni, è arrivata in appello, che ha confermato col giudice Di Palma nel 2012 la confisca, ma poi l’impugnazione ha fatto annullare il provvedimento per vizio di forma. Secondo appello e nuova confisca a firma ora del gip di Pesaro Giacomo Gasparini, dunque tre giudici per lo stesso fatto hanno confermato che la statua appartiene allo Stato italiano e va restituita.

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Presenti all’incontro di stamane anche il pm Silvia Cecchi e l’avvocato Tristano Tonnini, il legale dell’associazione culturale “Le Cento città“ che, con il suo esposto, nel 2007, aveva fatto riaprire il caso. "Quando torna il Lisippo? Questa è una domanda aperta - ha commentato Cristina Tedeschini - la 'maratona' non è ancora finita. Anche se penso che tutto andrà bene, ci può essere un ricorso per Cassazione da parte del museo. Questa è una vicenda giudiziaria di estrema complessità. Ma il Lisippo è dell’Italia".

Il procuratore ha ricordato "lo zelo profuso dal pm Cecchi sul caso" e questa, a sua volta, ha ribadito l’impegno che aveva assunto il Getty nella restituazione dell’opera: “Nell’82, a un tavolo tecnico, il Museo aveva detto che, in caso di un’ordinanza di questo tipo, avrebbero ridato la Statua. Un autovincolo che dovrebbero rispettare".

"La malafede del Getty è sempre stata evidente, a partire dalle carte che loro stessi hanno portato a processo - è intervenuto l’avvocato Tonnini -. Il bronzo deve tornare a casa".

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