Lisippo, non è detta l’ultima parola. Si torna in aula

Riparte il processo a porte aperte

La statua di Lisippo (Foto Ansa)

La statua di Lisippo (Foto Ansa)

Fano, 20 aprile 2016 - Dove eravamo rimasti? Legittima la domanda a proposito del Lisippo, la statua del giovinetto attribuito al grande scultore greco, pescata in Adriatico dai marinai fanesi ed ora esposto al Paul Getty Museum di Malibù, ma al centro una contesa giudiziaria, con i fanesi che ne reclamano la restituzione.

Oggi al Tribunale di Pesaro si riparte daccapo, con la prima udienza di un nuovo processo, in quanto quello precedente fu annullato dalla Cassazione per un vizio di procedura: era stato celebrato a porte chiuse. Tutto questo nonostante in primo grado il gip Lorena Mussoni avesse deciso di firmare un provvedimento di confisca dell’«Atleta di Fano» su proposta del pm Silvia Cecchi, annullato dalla Cassazione su ricorso degli avvocati californiani. Si ricomincia dunque, ma con qualche certezza in più.

«Da questo processo – dice infatti Alberto Berardi che da anni si batte per il rientro in Italia del celebre bronzo e che con l’associazione Le Cento Città e la richiesta di confisca presentata dall’avvocato fanese Tullio Tonnini aveva dato il via alla procedura giudiziaria – mi attendo la conferma delle decisioni precedenti quando i magistrati pesaresi ritennero che il Lisippo fosse uscito dal nostro paese senza regolare autorizzazione. E’ intollerabile – prosegue Berardi – che un’opera patrimonio indisponibile dello Stato oggi si trovi in California e non nei nostri musei. Mi auguro pertanto che venga riaffermato il principio già sancito dai giudici, stavolta in seduta pubblica, così che tutti possano prenderne consapevolezza. La vicenda del Lisippo è stata un apripista, grazie al rilievo internazionale che ha avuto, determinando un processo di restituzioni internazionali di opere d’arte. Dopo di noi anche altri Paesi si sono mossi, come la Grecia che ha richiesto i fregi del Partenone al British Museum di Londra, e come la restituzione all’Italia della Venere di Morgantina.