Mamma morì di overdose. Pusher alla sbarra

A processo lo spacciatore nigeriano accusato di aver venduto l’eroina a Marica Carletti, 34 anni. Era appena uscita dalla comunità

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Era appena uscita dalla comunità quando morì stroncata da una dose letale di eroina. Lei era Marica Carletti, aveva 34 anni all’epoca, a luglio del 2019, ed era mamma di un bimbo di 7 anni, rimasto orfano del padre quattro anni prima. Anche lui ucciso da un’overdose. Ora, per la morte della Carletti, a processo a Pesaro c’è il pusher accusato di averle ceduto la dose killer. Si tratta di un nigeriano, richiedente asilo di 34 anni, Philip Okoahgi, residente a Jesi, con moglie e figli. Si è costituito parte civile il tutore del figlio della vittima, assistito dall’avvocato Roberto Ginesi. Una presenza nel processo per chiedere giustizia per quel bimbo rimasto anche senza la mamma, oltre che il papà, che nessun risarcimento potrà ripagare del dolore che lui e i suoi nonni stanno affrontando.

Okoahgi era stato arrestato con l’accusa di spaccio e di morte (della Carletti) come conseguenza di altro reato (la cessione di droga). Le manette erano scattate dopo un inseguimento rocambolesco ad Ancona. Il nigeriano era saltato giù da un’auto quasi in corsa e aveva provato a nascondersi nel parcheggio multipiano agli Archi. I poliziotti del Commissariato di Fano erano sulle sue tracce da settimane, dopo la morte della Carletti. All’udienza sono stati ascoltati diversi clienti, ex tossici, dello spacciatore. Hanno tutti confermato di aver comprato la sostanza da lui in più occasioni.

A collegarlo alla Carletti invece sarebbero alcuni messaggi contenuti nel cellulare della donna, che gli inquirenti avevano passato al setaccio durante le indagini. Non solo. Ci sarebbero anche delle immagini estrapolate dalle telecamere della stazione ferroviaria nelle quali si vedrebbe la Carletti insieme con l’imputato. Ma ulteriori elementi saranno portati all’attenzione del giudice nelle prossime udienze.

La 34enne era ritornata a casa a Fano dopo i primi venti giorni di ricovero in una comunità di Senigallia. Era andata a prenderla il padre per farle passare un po’ di giorni con il bimbo e la famiglia. Marica era decisa a smettere con l’eroina. Ma quel giorno avrebbe ricevuto una telefonata. Un invito a cui non è riuscita a dire di no. E che le è costato la vita.

e. ros.