Mamme anziane maltrattate dai figli. "Aumentano le richieste d’aiuto"

Fano, l’allarme di Giovanni Di Bari presidente del Cante di Montevecchio che ha in gestione diverse strutture. "E’ un fenomeno che una volta era associato alla tossicodipendenza, ma oggi non è più così"

Una struttura del Cante di Montevecchio (foto d’archivio)

Una struttura del Cante di Montevecchio (foto d’archivio)

Fano, 16 febbraio 2023 – Più fragili, spesso sole e dipendenti dal marito o dai figli, sempre più donne anziane subiscono aggressioni fisiche, pressioni psicologiche e ricatti economici. Le richieste d’aiuto delle donne con più di 65 anni sono in aumento, anche nel nostro territorio. Un fenomeno sommerso che sta iniziando a venire a galla proprio ora. "Iniziano ad essere rilevanti anche da noi gli ingressi delle donne adulte che subiscono violenza non da parte del partner ma dei figli" spiega Giovanni Di Bari, presidente dell’associazione Cante di Montevecchio che nel nostro territorio gestisce numerose strutture e progetti di sviluppo sociale e assistenza alla fragilità.

"E’ un fenomeno - prosegue - che una volta era associato alla tossicodipendenza, ma oggi i figli violenti non sono più necessariamente drogati. Madri e figli in questo caso sono persone grandi di età, le madri sopra i 60 anni. Le situazioni familiari sono tutte complesse e sfociano spesso in atti di violenza". E’ un fenomeno questo di cui si cominciava a parlare già qualche anno fa, quindi non strettamente legato al Covid, ma "chiaramente i periodi di isolamento che abbiamo subito – prosegue Di Bari, che non snocciola dati per una questione di privacy - hanno prodotto una richiesta maggiore. La convivenza forzata e non avere delle valvole di sfogo esterne, ha acuito il problema. Preso atto che la violenza subita durante il Covid non poteva essere denunciata in quel momento, perché c’era una situazione di isolamento che lo consentiva meno, alla fine della pandemia c’è stata una sorta di scoppio del problema. Adesso che è passato un tempo relativamente congruo dall’isolamento, abbiamo ripreso un andamento regolare delle denunce, che quindi c’entrano meno con quella contingenza".

Un andamento in crescita, come rivelano gli ultimi dati Istat. Negli ultimi anni, infatti, le richieste d’aiuto delle donne con più di 65 anni stanno aumentando: nel 2021 le chiamate al numero verde antiviolenza 1522 sono state 1367, oltre l’8 per cento del totale, a fronte delle 796 del 2018. Eppure, il fenomeno resta ancora sommerso. L’Istat, nella sua indagine sulla violenza contro le donne, prende in considerazione solo la fascia d’età dai 16 ai 70 anni, quindi per le donne più grandi bisogna rifarsi alle statistiche sulla più generica categoria di abuso sugli anziani. Di questo si occupa il Cante. Ma anche di tanto altro.

"La nostra attività si articola su tre filoni: minori, donne e anziani - spiega Di Bari -. Abbiamo una comunità per minori, in cui vengono collocati ragazzi e ragazze il cui contesto familiare non è più tutelante. Li ospitiamo per un periodo di tempo necessario perché il loro progetto di vita possa ricostituirsi. Al momento abbiamo in carico una decina di ragazzi e ragazze, di età compresa tra i 12 e i 17 anni. Poi abbiamo una comunità che ospita il nucleo madre bambino, ovvero tutte quelle situazioni familiari dove si ritiene più opportuno per la tutela del minore far passare mamma e figlio in comunità perché possano avere un sostegno nel riprogettare la propria vita. Al momento abbiamo 5 nuclei, per una quindicina di persone. Poi abbiamo due case rifugio per donne vittime di violenza: 18 posti e al momento siamo pieni. I numeri sono in crescita perché da una parte c’è una maggior consapevolezza delle donne rispetto alla violenza di genere e dall’altra si sono strutturati numerosi servizi che aiutano queste persone nel momento in cui vogliono uscire dal circuito della violenza familiare".

L’ultimo fronte è quello degli anziani non autosufficienti. "Abbiamo due strutture, una Rsa e una residenza protetta - conclude Di Bari -. A Fano i posti di Rsa li abbiamo solo noi e ne abbiamo solo 20. Una bazzecola per la terza città delle Marche. Un tema da porre all’attenzione delle Ast e della Politica".