Marco Risi: "Mio padre e Fellini, dialoghi irripetibili"

Il figlio del celebre regista Dino è stato ospite a Fano per chiudere l’omaggio al grande riminese

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Fano ha chiuso il suo omaggio a Federico Fellini, sei giorni di iniziative e proiezioni dedicate al grande regista italiano. E proprio in chiusura il regista Marco Risi, figlio del grande Dino, è intervenuto alla rassegna fanese per parlare del libro autobiografico Forte respiro rapido, la mia vita con Dino Risi ed in particolare del rapporto tra Federico Fellini e suo papà Dino.

Marco Risi, cosa le ha raccontato suo padre a proposito di Federico Fellini?

"Qualcosa mi ha raccontato; qualcosa ho ascoltato personalmente e a qualcosa ho persino assistito".

Allora ci racconti.

"Una volta, era il 1985, ero con mio padre e poco prima di una proiezione al cinema Rivoli andammo in via Veneto e lì incontrammo Fellini. Erano passati 25 anni dalla Dolce vita ma Federico aveva sempre l’abitudine di andare a curiosare; si fingeva fintamente distratto ma in realtà come da sua abitudine, osservava tutto. Mio padre e lui si riconobbero e cominciarono a parlare intensamente di tutto. Di donne, e in particolare di Anita Ekberg che entrambi amarono. Io praticamente non esistevo, ero diventato un fantasma".

E cosa si dissero?

"Fellini raccontò di un suo malessere nel corso di una intervista all’Hotel Plaza con un giornalista francese. Disse di essere stato soccorso da un medico che si trovava lì il quale ipotizzò si fosse trattato di un lieve ictus. Ma la cosa non era vera; era una balla colossale, confermatami qualche tempo dopo anche da Gianfranco Angelucci che di Fellini sapeva tutto. A lui piaceva raccontare di quanto fosse malandato e di come anche i suoi colleghi si ponessero di fronte a quello che lui chiamava il grande traguardo della vita".

Come andò a finire?

"Il giorno dopo si telefonarono e parlarono a lungo. Mio padre della morte e del traguardo della vita e Fellini invece ancora di donne".

E’ morta Franca Valeri che con suo padre aveva girato due film storici Il segno di Venere e Il Vedovo.

"Mio padre stimava moltissimo Franca non solo come attrice ma anche come autrice. Erano entrambi lombardi, si conoscevano da tempo e credo che il soggetto de Il segno di Venere, film di granissimo successo, fosse addirittura opera di Franca. Lei andava oltre la satira, l’ironia e conosceva benissimo i suoi limiti. Non aveva l’ossessione di vedersi bruttina. Tutt’altro. E’ stata una pietra miliare del teatro e del cinema italiano. Purtroppo con lei si chiude davvero un’epoca".

Claudio Salvi

Foto: da sinistra, i registiMarco e Dino Risi© RIPRODUZIONE RISERVATA