Marina dei Cesari, destino segnato Il fallimento è ormai una certezza

Buco da 18 milioni, le casse sono vuote. L’avvocato della società dice: "E’ ingiusto, faremo appello"

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La Marina dei Cesari non esiste più. Non è stata scritta ieri la parola fine avanti al tribunale fallimentare di Pesaro, ma solo per formalità. Verrà scritta forse oggi o domani. Sparisce sotto il peso di 18 milioni di euro di debiti con le banche, le quali hanno venduto tempo fa quel credito deteriorato ad una società, la Leone Spv che attraverso il braccio operativo Akadi, cerca di recuperare quel credito. Ma prima di arrivare al fallimento, la Marina dei Cesari aveva offerto alcuni milioni all’avente diritto ma troppo pochi per soddisfare le aspettative della ditta che ha rifiutato ogni accordo chiedendo il fallimento, che in un primo momento il tribunale di Pesaro non aveva accolto mentre la Corte d’Appello di Ancona ha ribaltato ordinando di fatto al tribunale di Pesaro di dichiarare il fallilmento della Marina dei Cesari in mancanza di liquidità o garanzie.

Dice l’avvocato Francesco Canestrari che tutela la società fanese: "Il tribunale di secondo grado ha di fatto imposto al tribunale di Pesaro la dichiarazione di fallimento della Marina dei Cesari e quindi ritengo che il destino per questa realtà sia segnato. Aspetteremo qualche giorno per saperlo dopo la riserva di oggi del giudice. Dovrà essere il collegio a firmare il fallimento. Ma questo non significa che sia finita qui. Ricorreremo contro il fallimento perché riteniamo che sia ingiusto". Ha detto Alberto Cazziol, socio di riferimento e liquidatore di Marina dei Cesari: "La vita quotidiana del porto potrà continuare perché la gestione dei rapporti con la clientela per tutta la durata della concessione è affidata a Darsena dei Cesari (un’altra società priva di debiti bancari) con la quale sono stipulati e restano in vigore tutti i contratti con i diportisti ed alla quale fanno riferimento i dipendenti che, quotidianamente, continueranno ad assicurare il buon funzionamento del porto turistico". Ha aggiunto Cazziol: "L’istanza di fallimento era stata presentata da parte dei nuovi creditori all’inizio del 2020, ma una adeguata serie di argomentazioni prodotte da Marina dei Cesari avevano indotto il Tribunale di Pesaro, nell’estate dello stesso anno, a rigettare l’istanza". Contro quella decisione i creditori avevano presentato reclamo alla Corte d’Appello di Ancona che "ha riformato – spiega Cazziol – la sentenza del Tribunale di Pesaro". Cazziol dice del porto turistico: "Concepito inizialmente come opera interamente pubblica, ha rischiato per anni di rimanere un’incompiuta perché erano venuti a mancare i fondi pubblici per la sua realizzazione". L’iniziativa imprenditoriale di Cazziol "ha reso possibile il suo completamento, in base a una concessione demaniale rilasciata nel 2003, con una durata di 75 anni e scadenza nel 2078".

Dopo i primi anni entusiasmanti, con la crisi finanziaria internazionale, iniziata attorno al 2008, Marina dei Cesari ha perso in pochi mesi quasi metà dei suoi clienti fino all’epilogo