"Maschio, femmina... o altro. Che male c’è? Queste schematizzazioni vanno superate"

"Maschio, femmina o altro?" A tornare sul questionario comunale rivolto alle famiglie dei bambini delle elementari, che tanto scalpore ha suscitato anche al di fuori di Fano, è Nausica Puschi, di In Comune, che osserva: "Se si fosse parlato di ragazzi delle scuole secondarie non avrebbe dovuto esserci nessun imbarazzo e anzi sarebbe stata un’attenzione giusta, nel rispetto di tutte le fragilità, insicurezze e condizioni personali che un* giovan* può avere".

Prosegue Nausica: "Sono stanca di vedere questa continua schematizzazione e semplificazione del mondo, costruendo e irrobustendo questi “scatoloni” del maschile e del femminile, del blu e del rosa, del normale e del diverso… È una continua banalizzazione dei diritti e delle varie quanto meravigliose emozioni e diversità che ogni individuo ha e che fanno parte di questo mondo. Il mondo reale, quello vero, fatto di persone, non è il mondo chiuso, forzatamente semplificato e oppresso che qualcuno vorrebbe. Io sono iscritta all’università e nel momento della mia immatricolazione mi è stato chiesto se ero donna, uomo o se preferivo non specificarlo ed è così che dev’essere. All’università non cambia nulla chi sono io, per essa sono una matricola che ha voglia di formarsi e studiare per il suo futuro, non è importante sapere se sono donna o uomo".

"Non sempre dev’essere obbligatorio scegliere e soprattuto chiedere. Ci sono delle cose che non hanno niente a che fare con il sesso ed è giusto che per tanti argomenti si possa cominciare a parlare di persone non tanto di maschi e di femmine. In un’ottica di libertà, di fluidità che non impone nulla, che non giudica ma anzi che accetta e include tutti: è quella la strada giusta. I confini purtroppo, da questi inerenti al genere fino ad arrivare alle sanguinanti frontiere non saranno mai – conclude – matrice di un mondo felice e giusto, mai".