Mezz’ora di pioggia: la vergogna al Lido

Solito scenario di allagamenti e proteste. Acqua anche dentro l’asilo Gallizzi. Fanesi: "Siamo sorpresi: non c’era alcun allerta meteo"

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FANO

di Tiziana Petrelli

Fano ore 14.30. Bomba d’acqua, grandine e atavici problemi d’allagamento, ieri pomeriggio in città. Neppure mezz’ora di pioggia (e grandine) a tambur battente ha fatto scorrere fiumi di acqua in strada e rabbia nelle vene dei fanesi sempre più alle prese con i disagi. All’asilo Gallizi di via Giovanni de Tonsis, infatti, insegnanti e volontari della Protezione civile sono stati impegnati per ore a raccogliere l’acqua che ha iniziato ad entrare all’interno della scuola, pochi minuti prima che i genitori andassero e riprendere i piccolini. Nessun disagio quindi per i bambini, già fuori quando è arrivato il peggio, ma tanto lavoro in più per il personale scolastico che ha dovuto raccogliere secchiate d’acqua.

"Non c’era nessun allerta meteo, per cui questa bomba d’acqua ci ha colto un po’ di sorpresa - spiega il vicesindaco Cristian Fanesi -. Per fortuna è durata poco. Come Protezione civile siamo intervenuti per dare una mano al Gallizi. Il problema sono il solito sottopasso del Lido e via Pisacane". Al Gallizi l’allarme è partito nel tardo pomeriggio "dalle bidelle - prosegue Fanesi - che ci hanno segnalato che la pioggia ha fatto entrare acqua da una porta finestra. Il pavimento era bagnato da tanta tanta acqua. Ma i bambini nel frattempo erano usciti. Su nostro imput è intervenuto il CB Mattei che con le maestre e le bidelle ha lavorato per rendere agibile l’asilo domani mattina".

Ad Aset invece non sono arrivate richieste di intervento. "Mi hanno segnalato allagamenti per problemi che non sono di competenza di Aset - spiegano - perché sono della manutenzione delle acque meteoriche (quindi Lavori Pubblici del Comune, ndr) e non delle acque reflue". Una cosa però è certa.

Tra le tante chiamate piovute anch’esse sui vigili del fuoco di Fano, c’era anche quella dell’automobilista rimasto imprigionato nell’auto sommersa dall’acqua nel sottopasso del Lido. "Qui abbiamo un problema enorme, ma tutti se ne lavano le mani" dice Alessandro Fialdini, agente di commercio di 50 anni, che ha assistito al salvataggio perché ieri pomeriggio per due ore non ha potuto recarsi dai suoi clienti e lavorare, impossibilitato ad uscire di casa, uno degli appartamenti che si affacciano sul sottopasso. "Ci sono tre fiumi d’acqua che si riversano qui - dice -, da tre strade in discesa e senza caditoie: via Filzi, via Pergolesi e via Madonna Mare. Quella di via Filzi è una caditoia per bambini dell’asilo. Quella di via Pergolesi è in un punto in cui non passa l’acqua: la caditoia è nel mezzo e l’acqua passa sul marciapiede. Prima del ponte ci sono solo due caditoie piccolissime che si tappano appena inizia ad arrivare l’acqua perché ci arriva anche la sporcizia. La domanda è: la vasca che raccoglie l’acqua dove la raccoglie se non ci sono le caditoie per farla entrare? La vasca non si riempie da sola. Ecco perché si allaga il Lido: ci sono tre fiumi che arrivano direttamente lì. Vuol dire – l’amara conclusione – che chi ha progettato i lavori non ha visto cosa mancava intorno".*