Mondolfo, la guardia medica riapre i battenti

Dopo 6 mesi di chiusura, a settembre saranno garantiti tutti i turni. Stesso regime a Fano e Calcinelli. A incastro tra Pergola e Mondavio

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di Sandro Franceschetti

Dopo 6 mesi di completa chiusura, da ieri è stata ripristinata la guardia medica di Mondolfo, che a settembre vedrà garantita la totalità dei turni: i diurni festivi e prefestivi (rispettivamente dalle 8 alle 20 e dalle 10 alle 20) e tutte le notti (dalle 20 alle 8 del mattino successivo). Bene anche Fano e Calcinelli, che analogamente a Mondolfo, da qui a fine mese, avranno il servizio a pieno regime. Rimane, invece, parzialmente in vigore la regola ‘ad incastro’ per i presidi di Pergola e Mondavio (se un turno è scoperto da una parte è garantito dall’altra) con molti più turni, però, coperti a Mondavio, dove il medico mancherà solo 7 volte su 38, mentre nella città dei Bronzi, al momento, sono previste 11 presenze.

Buone notizie complessive che si aggiungono a quelle che erano già arrivate per Pesaro (ripristino tutti i giorni per l’intero mese), in merito alle quali l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini evidenzia: "La Regione si è impegnata per assicurare il servizio, nonostante la gravissima carenza di medici. Grazie all’accordo di continuità assistenziale garantiamo 30 euro orari (a fronte dei 23 di compenso base) a chi copre due sedi, e fino a 40 euro a chi ne copre più di due. E’ stata sempre questa amministrazione a portare le borse di specializzazione per i medici di medicina generale a 110 con un impegno di 40 borse aggiuntive a carico del bilancio regionale.

Per quanto riguarda i contratti di specializzazione, inoltre, quelli a finanziamento regionale sono passati da 5 a 42. Per tutto questo abbiamo investito 6,6 milioni di euro". Il componente dell’esecutivo aggiunge: "Dobbiamo tener presente che i giovani medici che si sono resi disponibili a coprire i turni scoperti, ripristinando il servizio di guardia medica per settembre, in autunno potrebbero entrare nel corso di formazione in medicina generale, oppure accedere ad altri contratti di specializzazione lasciando il servizio. Si tratta di una trentina di laureati nel corso dell’estate, appena entrati in servizio: chi a ottobre frequenterà le scuole di specializzazione in ospedale non potrà proseguire nella continuità assistenziale perché lo vieta la normativa; solo chi sceglierà la medicina di continuità rimarrà a servizio del territorio. Ma sarà grazie a noi se tra qualche anno avremo più medici formati".

La chiusura è una stoccata ai dem: "Mi sento di ricordare che negli ultimi 5 anni di governo del Pd le borse per i medici di medicina generale erano mediamente una quarantina. E’ incredibile come, quando emergono problemi, il Pd che ha governato per 25 anni, dia la colpa a chi è alla guida della Regione da meno di 2 anni, e quando invece i problemi si risolvono si prenda il merito".