Fano, malore mentre nuota. Morte cerebrale per la docente

L’assenso dei genitori di Monia Andreani per l'espianto degli organi. I medici: "Quadro clinico non recuperabile".

Monia Andreani, in una foto tratta dal suo profilo Facebook

Monia Andreani, in una foto tratta dal suo profilo Facebook

Fano, 28 maggio 2018 - "Il quadro clinico è grave e non recuperabile. Nel pomeriggio si procederà con l’accertamento di morte cerebrale". Poche parole quelle pronunciate ieri mattina dai medici del Santa Croce dove Monia Andreani è ricoverata in Terapia Intensiva. Lasciano capire che i genitori della docente universitaria 45enne residente a Barchi, sono stati messi di fronte alla possibilità di valutare una scelta d’amore verso gli altri e hanno deciso di far continuare, tramite l’espianto di organi, a far vivere una parte di Monia in qualcun altro paziente che riceverà i suoi organi.

E’ uno strazio, il loro, cominciato nel primo pomeriggio di sabato, quando nella loro casa di Perugia è arrivata la telefonata di un’amica di Monia che gli comunicava che la figlia era stata ricoverata in ospedale. Senza scendere nei particolari. Solo una volta arrivati a Fano i genitori sono stati messi di fronte alla dura verità: poche ore prima, la Andreani, aveva avuto un malore in mare, durante la sua consueta nuotata. Un malore improvviso che l’ha tenuta col viso sott’acqua per non si sa quanto tempo. Erano le 11.45, quando un bambino che giocava in spiaggia ai Bagni Maurizio di Sassonia ha lanciato l’allarme. "C’è una persona che galleggia a faccia in giù", ha detto ad una delle due amiche che erano andate in spiaggia con l’Andreani. Loro non si erano potute accorgere di nulla perché erano stese al sole, di spalle all’Adriatico.

Subito una delle due si è gettata in mare per tirarla a riva. Aveva le labbra nere e gli occhi stralunati, sbarrati e non reattivi. L’hanno trovata così i due bagnini che sono accorsi in suo aiuto nell’attesa del 118. Era appoggiata sulla battigia davanti al Circolo Velico, su un fianco, sputava acqua, di tanta che le è finita nei polmoni in quegli infinit minuti in cui nessuno si è accorto della tragedia che si stava consumando. I medici del 118 e i bagnini le hanno praticato il massaggio cardiaco per circa 20 minuti, poi una volta stabilizzata, la corsa in ospedale.

Monia Andreani, 45enne ricercatrice di Bioetica all’Università di Urbino Carlo Bo e di Filosofia Politica all’Università per Stranieri di Perugia, è molto nota in città per aver scritto diversi libri sui ‘caregiver’, per il suo impegno civile a sostegno dei diritti umani e per la sua militanza nei gruppi di Alternativa Libertaria e Femminismi di cui curava il blog assurto agli onori della cronaca in occasione del Carnevale di Fano 2012 quando prese una dura posizione contro il carro ‘La Vedova nera’ contestandone il messaggio maschilista. Anche gli amici dell’Associazione Maruzza (che si occupa delle cure pediatriche palliative) sono tutti sconvolti per l’accaduto.

«Ho letto di Monia - dice Patrizia Gerboni, fanese impegnatissima nel volontariato -, amica e socia dell’Associazione Maruzza: siamo molto provati per lei, donna forte di grande intelligenza e sensibilità umana. Impegnata con passione totale verso gli adulti e i bambini gravementi malati... Tanto che l’abbiamo sempre sostenuta nei suoi lavori di ricerca. Sabato 9 giugno avrebbe tenuto una conferenza pubblica molto attesa, in programma a San Costanzo». Appuntamento conclusivo di un ciclo di sette incontri (Da tu Cure a tu Care) di cui la Andreani era già stata protagonista due volte.