Naufragio Fano, recuperato il peschereccio scongiurando il pericolo inquinamento

Il serbatoio ha una capacità di mille litri di carburante. Impiegati i sommozzatori della capitaneria di porto

Il recupero del peschereccio affondato

Il recupero del peschereccio affondato

Fano (Pesaro e Urbino) 2 ottobre 2019 - Prima l’hanno insellato per sollevarlo sul pontone. Poi, così imbragato, l’hanno trasportato fino al porto di Fano (VIDEO). Erano le 15.45 di oggi quando quel peschereccio battente bandiera croata affondato l’altro giorno al largo della costa di Torrette è attraccato allo scalo d’alaggio del cantiere navale fanese Marelift. 

LEGGI ANCHE Il testimone: "Quella barca vicina alla costa"

“Questa mattina ci siamo occupati della rimozione del peschereccio - ci ha spiegato al termine delle operazioni il comandante della Capitaneria di Porto di Pesaro capitano di fregata Maurizio Tipaldi - dopo aver diffidato l’armatore del peschereccio di provvedere a sue spese (circa 30mila euro, ndr) al recupero dello scafo. L’ho fatto in qualità di autorità competente in materia ambientale, perché a bordo del peschereccio c’era un quantitativo ingente di carburante (il serbatoio contiene al massimo mille litri, ndr), che è sempre rimasto perfettamente stagno all’interno delle casse, ma che potenzialmente avrebbe potuto essere un rischio enorme per l’ambiente. Anche perché il peschereccio era vicino alla costa”. Fino a questa mattina la preoccupazione principale della capitaneria di porto è stata quella di scongiurare il pericolo di sversamenti in mare. E ci sono riusciti. Le operazioni per il recupero del peschereccio di 14 metri dal fondale a 0,7 miglia dalla costa (circa 1 chilometro e 400 metri) erano partite poco prima delle 8 di mattina, quando i sommozzatori della ditta Mentucci di Ravenna incaricata del recupero si sono calati ad una profondità di 10 metri, per ispezionare ed insellare lo scafo adagiato sul fondale. Assieme a loro si sono immersi per l’ennesima volta anche i sommozzatori della Guardia Costiera, per monitorare il tutto e verificare che non venissero compromessi alcuni aspetti legati all’indagine che nel frattempo è stata aperta dalla Procura di Pesaro e che vede la capitaneria di Pesaro anche nel ruolo di polizia giudiziaria.