"Noi ’infedeli’? Ma la Tari la mandano loro"

Protestano i cittadini all’arrivo degli accertamenti. L’Udc: "Da decenni i bollettini sono precompilati. Il Comune chi accusa?"

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Accertamenti Tari: crescono le proteste come un fiume in piena. Al coro si unisce la signora Francesca Ferrara che dovrà pagare 440 euro (che diventeranno 611 euro se dovessero decorrere i 60 giorni) secondo quanto indicato nella bolletta che le è arrivata a casa il 21 gennaio, tramite raccomandata. "Sembra che dal 2013 – riferisce Francesca – si applichi, così mi è stato riferito telefonicamente dall’Andreani Tributi (concessionaria del Comune per la riscossione della Tari) una diversa modalità di conteggio delle superfici degli immobili, equiparando soffitte e seminterrati, con una altezza superiore al 1 metro e 50, al resto della abitazione. Vorrei capire quale sia la normativa di riferimento e, visto che risale al 2013, perché il Comune non ha adeguatamente informato i cittadini". E ancora Francesca: "Mi si contesta di aver dichiarato una ampiezza dell’abitazione di 200 metri contro i 271 calcolati dalla concessionaria. Io, però, abito in una casa che era dei miei genitori, negli anni non ha subito modifiche e lavori, e al catasto risulta di complessivi 194 metri, l’80% dei quali di superficie utile (pari a 156)". La signora Ferrara vuole andare a fondo e capire come si sia arrivati ai nuovi conteggi che, anche nel suo caso, riguardano gli ultimi 5 anni, dal 2016 al 2020. "Mi fa arrabbiare – continua – che mi si attribuisca di aver dichiarato il falso, quando così non è. Non si può sempre stare zitti e pagare, soprattutto come in questo caso, quando manca una adeguata informazione".

Un elemento di novità lo introducono Davide Delvecchio e Stefano Pollegioni dell’Udc provinciale e di Fano: "Nelle cartelle arrivate ai fanesi viene motivato l’atto di accertamento infedele con i dati relativi alla denuncia dei metri quadrati da parte dell’utente, ma ci chiediamo: chi ha mai denunciato o comunicato le superfici delle case di proprietà per il calcolo della Tari? Da decenni arrivano alle famiglie le imposte di pagamento già precompilate su moduli del Comune, dalla Tarsu del 1993 alla Tia del 1996, alla Tares del 2011 fino alla Tari del 2014. Quindi i dati di partenza sono indicati dal Comune non dal contribuente e, dunque, non c’è dichiarazione infedele". I due esponenti Udc chiedono al sindaco di "sospendere tutti gli accertamenti in essere" per fare le eventuali verifiche e fanno notare come "nelle intimazioni di pagamento sono richieste le annualità 2016, 2017, 2018, 2019 , 2020. Da quel che risulta tutte le raccomandate sono arrivate nel 2022, quindi il 2016 già prescritto".

Intanto la signora Ferrara ha già fissato l’appuntamento per il 24 febbraio alla Andreani Tributi, mentre lunedì si incontrerà con il suo geometra per un ulteriore controllo dei conteggi. Così come stanno facendo in tanti, anche se il Comune cerca di ridimensionare parlando, secondo i numeri forniti dall’assessore al Bilancio Sara Cucchiarini, di circa 500 accertamenti Tari per importi tra i i 30 e 500 euro. "Ho qualche dubbio – insiste Sergio Schiaroli, ex presidente della Federconsumatori, che per primo ha sollevato il problema – sui 500-600 avvisi di cui parla il Comune. Sono tantissimi quelli che mi hanno chiamato e tutti hanno contestazioni intorno ai 500 euro o superiori. Tutto ciò in un momento di difficoltà per le famiglie".

Anna Marchetti