
Studenti in classe: la frase della prof scatena la polemica sull'abbigliamento da tenere a scuola
Fano, 6 giugno 2025 – Un giro nelle classi per ricordare ai ragazzi di vestirsi in modo decoroso nonostante le temperature estive e, nel giro di poche ore, un’ondata di indignazione tra i genitori, convinti che quel richiamo si sia trasformato in un messaggio sessista.
È quanto accaduto all’Istituto comprensivo Gandiglio di Fano, dove alcune famiglie di studenti delle scuole medie ci hanno segnalato un episodio che ha coinvolto la vicepreside Rosetta Gambardella. Secondo quanto riferito da più genitori – e riportato anche in alcune chat scolastiche – mercoledì scorso l’insegnante sarebbe entrata in alcune classi per richiamare all’ordine soprattutto le ragazze, con queste parole: “Non mettete magliette corte che scoprono la pancia, altrimenti i maschi vi guardano”.
Una frase che ha subito fatto scattare la protesta: “Capisco il richiamo al decoro, ma quale insegnamento si dà a delle tredicenni nel 2025 se si dice loro di coprirsi perché altrimenti vengono guardate? – si sfoga una madre –. Si finisce per legittimare comportamenti scorretti e inibire le ragazze, invece che educare i ragazzi al rispetto”.
Il racconto è stato confermato anche da altri genitori, che riferiscono come una studentessa sia stata invece elogiata per avere le scarpe da ginnastica chiuse “che non mostrano i piedi”, al contrario dei sandali aperti che sarebbero stati sconsigliati. Una visione, denunciano le famiglie, che trasmette un’idea distorta del rispetto e rischia di spostare il problema dal comportamento maschile alla libertà femminile.
Interpellato sulla vicenda, il dirigente scolastico Michele Locarini si dice sorpreso e amareggiato: “La professoressa Gambardella è una persona estremamente attenta e sensibile a questi temi - dice -, mi sembra davvero improbabile che abbia pronunciato una frase del genere. Ad ogni modo non c’è stata nessuna nuova circolare”.
E la diretta interessata respinge le accuse: “Non ho mai detto che le ragazze si devono coprire perché altrimenti i maschi le guardano – chiarisce la Gambardella –. Ho solo invitato tutti, ragazzi e ragazze, a un abbigliamento consono all’ambiente scolastico. Ho detto che non siamo in spiaggia e ho chiesto di evitare le pance scoperte e gli infradito. Ho anche scherzato con alcune ragazze dicendo che magari avessi io una pancia piatta come la loro. Il mio intento era educativo, non certo discriminatorio”.
Gambardella sottolinea di aver fatto quei richiami durante la ricreazione, parlando con gruppi misti di studenti, maschi e femmine: “Non ho mai fatto distinzioni. Ho preso ad esempio anche un ragazzo con i pantaloncini al ginocchio per dire che era un abbigliamento fresco ma adeguato. Mi addolora che le mie parole siano state fraintese”. La vicenda apre però una riflessione più ampia su come si affrontano oggi i temi dell’educazione al rispetto e della parità di genere.