Fano, occupa una casa abbandonata e dorme tra i rifiuti. "Aiutatemi"

Un tunisino a Cuccurano, vive di fronte al centro anziani

La stanza dove dorme il 39enne tunisino

La stanza dove dorme il 39enne tunisino

Cuccurano, 16 novembre 2019 - Vive sommerso dai rifiuti, in una casa a ridosso della Flaminia, nella frazione di Cuccurano, senza servizi igienici né riscaldamento, usando il prato come toilette a cielo aperto. Si tratta di un nordafricano, che ha occupato una vecchia casetta disabitata da tempo, dopo aver forzato la serratura. A segnalare la situazione alcuni pensionati del circolo anziani, i quali si sono allarmati notando l’insolito andirivieni presso l’abitazione, che si trova di fronte ai loro locali di ritrovo. Non è la prima volta che gli anziani sorprendono extracomunitari che bivaccavano nel vicino parco.

E sono preoccupati in seguito ad alcuni furti, perpetrati in passato all’interno della sede. Il medesimo timore è stato manifestato dai vicini, che hanno notato una pattuglia della polizia intervenire presso l’abitazione occupata dove, in una stanza al primo piano, c’è ancora mobilia di un certo pregio e il quadro della Madonna appeso sulla testa di un letto matrimoniale. L’extracomunitario ci trascorre la notte, dormendo su un vecchio materasso, tra coperte e lenzuola sudicie. Tra le pareti piene di ragnatele, un ammasso impressionante di indumenti logori e sporchi, mentre sul comò c’è una vecchia radio, attorniata da lattine e bottiglie vuote, pacchetti di sigarette e un biglietto «gratta e vinci». Una situazione di degrado difficile da immaginare, a due passi dai giardini ben curati delle villette, dirimpetto al parco dove giocano i bambini, in un centro abitato dove gli immigrati sono ospitati da una struttura di accoglienza alla periferia del paese. Eppure l’extracomunitario vive da tempo in quella catapecchia, sempre con le finestre chiuse, e ogni mattina varca la soglia del vecchio portone di vernice verde scrostata, che si affaccia sulla trafficata Flaminia, per raggiungere la fermata del pullman dall’altra parte della strada.

«Non so dove andare a dormire - dice Mohammed Rihi, tunisino di 39 anni – per questo mi sono sistemato in questa casa, dove non c’era nessuno, in attesa di trovare qualcosa di meglio. Ma adesso arriva il freddo e non so come scaldarmi, non c’è corrente né gas per alimentare una stufa. In questo periodo svolgo qualche lavoretto per una carrozzeria, ma non è un’occupazione stabile, dovrò cercarmi presto un’altra attività. Non riesco a pagarmi l’affitto di una casa, la paga è troppo bassa, sarei felice se qualcuno mi aiutasse a trovare un altro alloggio. Se ho chiesto aiuto ai Servizi sociali o alla Caritas? Adesso non posso rispondere, ho un appuntamento, devo andare…».

L’uomo ha una sporta al braccio, con una confezione di vino in tetrapak, e va verso il bus che lo porterà a Fano. Gli chiediamo se possiamo vedere la casa all’interno, risponde che la porta si apre con una leggera spinta. C’è una scalinata di mattoni che porta alla stanza dove vive Mohamed. Sul ballatoio, cicche di sigarette e indumenti. L’odore fetido sulla soglia annuncia residui di cibo ed escrementi, aprendo il sipario su uno scenario degno delle peggiori bidonville. Le imposte dell’unica finestra sono semiaperte e dalle feritoie si intravedono il fumaiolo e gli enormi capannoni ormai abbandonati dell’ex fornace Solazzi.